Puglia: imprigiona e lascia morire i cani, un 56enne finisce a giudizio
Prelevava dalla strada centinaia di cani, tra cuccioli e adulti, randagi e abbandonati che venivano ammassati a centinaia all’interno di un terreno recintato - una vera e propria prigione da cui non avevano alcuna possibilità di fuga - dove erano lasciati a se stessi, senza cure, senza acqua, senza alcun riparo dalla pioggia o dal sole, e con pochissimo cibo. Quando non erano falcidiati dalle malattie, i cani meno resistenti morivano di fame e di inedia, mentre quelli più combattivi scatenavano zuffe e combattimenti per accaparrarsi il poco nutrimento disponibile.
Nel «terreno degli orrori», un appezzamento occupato abusivamente a Santeramo in Colle (Bari), centinaia se non migliaia di cani sono morti tra il 2008 e il 2014 con una fine lenta e dolorosa, mentre i loro resti sono stati fatti sparire seppellendoli qua e là nelle campagne circostanti. Per tutto questo è stato prima denunciato dall’Enpa e ora rinviato a giudizio un 56enne di Santeramo in Colle, che deve ora rispondere dei reati di uccisione e di maltrattamento di animali, nonché del reato di invasione di terreni e di edifici, dal momento che l’area adibita a prigione dei cani è risultata essere occupata abusivamente.
Il processo - fa sapere l’avvocato dell’Enpa Claudia Ricci - si aprirà il 9 marzo 2016 «e in quell’occasione - avvisa l’Enpa - presenteremo richiesta di ammissione quale parte civile». «Considerando la gravità dei fatti di cui è accusato l’imputato, - sottolineano i responsabili Enpa - si auspica che in caso di condanna sia inflitto il massimo della pena, con tutte le aggravanti del caso».