«Not in my name», in Italia islamici in piazza contro l'Isis
Il mondo islamico in Italia è in movimento contro il terrorismo. Dopo l’annuncio delle manifestazioni di questo pomeriggio, sabato, a Roma e Milano per gridare forte «Not in my name», il segretario del Centro culturale della Grande Moschea della capitale ha spiegato l’inserimento nel sermone del venerdì di una condanna delle stragi di Parigi.
«Abbiamo aggiunto un paragrafo col quale condanniamo il terrorismo dicendo che la vita umana è sacra e gli attentati non sono accettabili dall’Islam e dai musulmani», ha detto Abdellah Redouane.
«Il terrorismo sfrutta la religione per scopi politici e ideologici», ha aggiunto, stigmatizzando «un’interpretazione falsa di una religione che trascina i giovani e gli fa il lavaggio del cervello con un radicalismo che dobbiamo combattere». Redouane ha esortato gli imam in Italia a «non allontanarsi dal messaggio di pace e non cadere nella trappola del radicalismo».
Parole chiare e attese dai molti che hanno accusato i musulmani italiani di restare silenziosi o passivi di fronte al terrorismo. Un’atmosfera che alla Grande Moschea di Roma sembra cambiata. «Quello che è successo a Parigi non piace a nessuno: siamo tristi», ha detto un fedele dopo la preghiera del venerdì.
Chi ha compiuto il massacro di Parigi «va tolto di mezzo perchè usa il nome di Allah per uccidere», ha affermato un altro.
«Ho paura - ha ammesso una donna, tra le poche a parlare - perché se dico qualcosa di sbagliato possono farmi del male. Ma io voglio esprimere il mio pensiero perchè mi vergogno di essere musulmana».
«L’Italia mi ha dato tanto - ha dichiarato un altro fedele - ci vivo da 37 anni, ho avuto lavoro e tranquillità. Ora spero che quello che è successo non danneggi l’immagine dell’Islam, che è sempre contro la violenza».
Anche a Milano la comunità musulmana si mobilita.
Alla Casa della cultura Islamica nella preghiera del venerdì «ho ascoltato un messaggio di fratellanza che rifiuta e condanna il terrorismo», ha scritto su Facebook l’assessore comunale al Welfare Pierfrancesco Majorino del Pd.
«Agli italiani vorrei dire che dobbiamo essere uniti contro il terrorismo - ha detto l’imam di Segrate, vicino a Milano, Ali Abu Shwaima - questa non è una guerra di religione o di civiltà».
E a Palermo islamici e cristiani ieri pomeriggio hanno manifestato per condannare la strage di Parigi.
Oggi a piazza Santi Apostoli a Roma con lo slogan «Not in my name» (Non nel mio nome) ci sarà la manifestazione nazionale contro il terrorismo promossa dall’Unione delle comunità islamiche italiane (Ucoii).
In piazza ci saranno anche esponenti di Sel, del Pd e il segretario generale della Cgil Susanna Camusso.
A Milano un’altra anche contro guerre e islamofobia. E anche in altre città cresce la mobilitazione della comunità islamica.
Intanto prova a rasserenare il clima anche il questore della capitale Nicolò D’Angelo, dopo aver presentato il piano sicurezza per il Giubileo. «Abbiamo un buon rapporto con le comunità islamiche - ha detto - c’è un continuo scambio informativo. Noi non abbiamo situazioni come le banlieu di Parigi». Un’altra fonte autorevole della questura riconosce che in zone ad alta densità di musulmani - come l’Esquilino, vicino alla stazione Termini, o la periferia sudest di Roma - aumenta la possibilità che vi siano simpatizzanti dell’Isis. «Ma i musulmani - ha detto - stanno aprendo la testa, capiscono che i terroristi vanno soprattutto contro di loro. E collaborano».
«È importante che le istituzioni sostengano questa presa di posizione chiara e forte da parte della comunità musulmana, perché questo aiuta la convivenza», ha detto la presidente della Camera Laura Boldrini ricevendo gli organizzatori della manifestazione «not in my name».
«Abbiamo invitato gli organizzatori della manifestazione “not in my name” - ha detto Boldrini - voluta dalle comunità musulmane in Italia, per dire no al terrorismo e al terrorismo in nome di Dio. Credo sia importante che le istituzioni sostengano questa presa di posizione chiara e forte da parte della comunità musulmana perchè questo aiuta la convivenza civile nel nostro Paese, oltre al fatto che questo stabilisce un principio, cioè che il terrorismo non può avere religione».
«Ringrazio gli organizzatori dell’iniziativa - ha concluso Boldrini - e ringrazio fin da ora tutte le persone che vi parteciperanno perché iniziative di questo tipo fanno bene al Paese».