Siria, la denuncia di una Ong «Bombe fosforo russe su civilì»
Come gli Usa a Fallujah in Iraq nel 2005, la Russia ha sparato bombe al fosforo bianco su zone popolate da civili nella Siria nord-occidentale non controllata dall’organizzazione dello Stato islamico (Isis).
La denuncia, documentata in un dettagliato rapporto della Rete siriana per i diritti umani, giunge mentre i primi caccia sono decollati oggi dalla portaerei francese Charles De Gaulle per «fare più danni possibili» e mentre sono state diffuse notizie, non confermate, della presenza in Siria di truppe di terra di Mosca.
La Rete siriana fornisce i dettagli del primo caso di uso di fosforo in otto bombardamenti avvenuti il 12 ottobre scorso nella regione di Idlib, tra i distretti di Ariha e Maarrat an Numan, nel villaggio di Bayanin. Nei raid è stato colpito anche un panificio e tre civili, di cui due bambini, sono morti negli attacchi. La zona è sotto il controllo di vari gruppi armati, tra cui qaedisti, che fanno la guerra sia al governo siriano che all’Isis.
In un altro rapporto, la Rete per i diritti umani riferisce di oltre 150 minori uccisi nei raid aerei russi e internazionali in Siria. I russi hanno ucciso 86 minori in un mese e mezzo di bombardamenti, mentre la Coalizione a guida Usa ne ha uccisi 75 in 14 mesi. La Rete ha identificato le vittime con le generalità complete, il luogo e la cause della morte dei bambini.
Secondo il bilancio dell’organizzazione che da anni monitora le violazioni in Siria, oltre 18mila minori sono stati invece uccisi dal governo siriano dall’inizio, nel 2011, della repressione governativa alle proteste anti-regime che ha poi innescato il conflitto intestino.
Fonti di stampa arabe intanto riferiscono che la Russia ha truppe di terra in Siria, oltre ai già presenti «consiglieri» militari a sostegno della campagna aerea iniziata il 30 settembre scorso. In un articolo del giornale kuwaitiano Arrai si sostiene che le forze militari russe hanno fornito copertura ai carri armati T-90, con supporto aereo, che hanno attaccato diversi obiettivi strategici in mano alle forze ribelli a Idlib e Latakia.
Nei giorni scorsi, la stampa libanese filo-iraniana scriveva che Mosca intende raddoppiare la sua presenza militare in Siria, «aumentando da quattro a ottomila le unità sul terreno».
Sul terreno, truppe governative siriane sostenute da raid russi hanno ripreso oggi il controllo di Mhin, una cittadina a maggioranza cristiana nella Siria centrale conquistata nelle scorse settimane dall’organizzazione dello Stato islamico. E sono proseguiti intensi bombardamenti dell’aviazione di Mosca contro postazioni Isis nei pressi di Palmira, il gioiello dell’archeologia romana in Siria.