Batosta fiscale sui fondi pensioni dei consiglieri L'Agenzia delle Entrate li tassa al 43%
L'Agenzia delle Entrate li tassa al 43%
Una brutta notizia per i consiglieri regionali, che arriva direttamente dall’Agenzia delle Entrate: i loro contributi pensionistici verranno tassati al 43%. Ovvero, in pratica, dimezzati. L’agenzia, infatti, considera le somme versate come un elemento accessorio dello stipendio. Traducendo le considera reddito e quindi quei soldi vanno tassati come tali.
Procediamo con ordine. Mentre la polemica legata ai vitalizi non si è ancora esaurita, la novità di questa legislatura era rappresentata da una nuova legge sui contributi pensionistici. Non più i tanto criticati vitalizi, ma una sorta di piano di accantonamento che i consiglieri versano e che riceveranno in futuro.
Il contributo previdenziale obbligatorio è a carico del consigliere stesso per l’8,80%, mentre per il 24,20% a carico del consiglio. Calcolatrice alla mano, proviamo a dare i numeri (in senso lato): lo stipendio mensile di un consigliere è di circa 9.000 euro lordi al mese (5.000 netti).
Nel fondo pensionistico ogni mese vengono versati circa 800 euro a carico del singolo (appunto quell’8,80%) e 2.400 versati dal consiglio (quel 24,20%). In una legislatura un politico, quindi, mette da parte un bel gruzzoletto: 210.000 euro. Quella cifra, però, stando a quanto detto dall’agenzia delle entrate, verrà tassata del 43% e si trasformerà in circa 120 mila euro.
L’unico che, sotto sotto, se la ride è il conigliere del Movimento 5 Stelle Paul Köllensperger che, in tempi non sospetti, l’aveva detto: «Questa legge non va bene, è stata fatta mettendoci poca attenzione». Parole profetiche alla luce di quanto emerso ieri.
La domanda, ora, è cosa faranno i consiglieri? Lasceranno così la legge, rimettendoci? O la cambieranno?
La presidente del consiglio regionale Chiara Avanzo, dopo aver parlato ai capigruppo di questa tassazione imprevista, per ora non si sbilancia e non pare nemmeno agitarsi troppo.
«L’argomento è stato per ora solamente accennato in seno al collegio dei capigruppo. In questa fase, che definirei interlocutoria, dobbiamo ancora entrare nel merito della questione e capirla bene. Per questo non lo definirei un problema e parlarne ora è assolutamente prematuro. Affronteremo con maggior attenzione la discussione insieme ai capigruppo prossimamente e vedremo se fare qualcosa e casomai cosa».
Nessuna fretta, quindi. E nessuna agitazione. Si vedrà.
In consiglio regionale i problemi, però, non finiscono qui. Proprio ieri la versione online del quotidiano altoatesino Tageszeitung ha riportato l’iniziativa di Stephan Lausch coordinatore di Mehr Demokratie (Più Democrazia) di Bolzano. Lausch ha organizzato una raccolta di firme per fare in modo di tagliare le indennità dei consiglieri, facendole passare da 5.000 euro netti al mese a 3.000.
Maria Kuenzer della Svp definisce la richiesta «populista», mentre Paul Köllensperger del M5S sottolinea come il vero problema non sia tanto quello che i consiglieri percepiscono ora ma i privilegi del passato. Brigitte Foppa dei Verdi, infine, aggiunge che il problema sono i finanziamenti ai partiti: lei, infatti, dà la metà del proprio stipendio al suo partito.