Mamma e lavoratrice: Demattè lascia il consiglio Si apre il caso: «In politica non c'è parità di genere»
La notizia, anticipata qualche giorno fa dal nostro giornale, oggi è ufficiale: la consigliera comunale di Trento, Marianna Demattè, ha deciso di lasciare il proprio incarico. Prende il suo posto Marco Santini, risultato il secondo dei non eletti dopo Andrea Demattè, a sua volta impossibilitato ad assumere l’incarico per motivi lavorativi.
[[{"type":"media","view_mode":"media_preview","fid":"832126","attributes":{"alt":"","class":"media-image","height":"180","style":"float: right;","width":"180"}}]]
Così la consigliera ha spiegato il suo passo indietro: «Ho sempre ritenuto che quando si fa qualcosa, specie se importante, si debba sempre dare il massimo. Purtroppo oggi i miei impegni famigliari mi impediscono di dedicarmi all’attività di consigliera comunale con l’impegno che il ruolo richiede. Pertanto ho deciso di fare un passo indietro, consapevole che nel Movimento 5 stelle a contare non sono tanto i ruoli ma le idee, e quelle continueranno a essere portate avanti con pari entusiasmo da chi prenderà il mio posto. Ringrazio tutti per il sostegno che mi hanno sempre dato e faccio i miei migliori auguri a Marco Santini che mi succederà. Io resto sempre un’attivista del M5s e continuerò a fare la mia parte per il bene della nostra comunità».
Quando si fa qualcosa di importante, bisogna dare il massimo
Dunque è durata appena sette mesi l’avventura di Marianna Demattè in consiglio comunale. Una figlia di un anno da seguire, il rientro al lavoro come insegnante di italiano e storia (all’Istituto professionale di Villazzano - sezione legno) le impediscono di assolvere al compito istituzionale come vorrebbe.
Nel maggio scorso era stata, a parte il candidato sindaco Paolo Negroni, di gran lunga la più votata nella lista del Movimento 5 Stelle con 249 preferenze personali.
Niente di straordinario, a prima vista. Non è la prima volta che un consigliere si dimette.
A «leggere» il caso in maniera diversa, però, è Elisabetta Bozzarelli: anche lei donna, anche lei consigliera comunale a Treno, anche lei mamma di una bimba e impegnata professionalmente. Cambia il partito - è del Pd - ma in questo caso conta poco.
Il problema, scrive Bozzarelli sul suo sito, è che la parità di genere, nelle istituzioni, è ancora lontana: «Al di là delle diverse posizioni politiche, come donne dobbiamo tutte sentirci toccate in prima persona dalla decisione della collega. L’impossibilità per una donna di conciliare l’impegno nelle istituzioni e la famiglia è una sconfitta della politica tutta e di ognuna di noi, che con lei abbiamo condiviso questi mesi di consiliatura e l’impegno nelle istituzioni. Attraverso ciò, infatti, deve passare la parità di genere: il diritto per ogni donna di partecipare alla vita democratica, senza dover scegliere tra famiglia e impegno sociale. Poteva sembrare un risultato raggiunto e ormai acquisito, ma i fatti dimostrano il contrario.
La strada è lunga! https://t.co/drD39hh1cV @SaraFerrariTn @chiara_bert @Trentin0 @giornaleladige @lfcrepaz @luciamaestri @MarikaGiovannin
— Elisabetta Bozzarell (@EBozzarelli) 9 Gennaio 2016
L’auspicio è quello che il Consiglio Comunale, la Giunta e la politica tutta riflettano sulla scelta della consigliera Demattè. Perché la politica, i suoi orari e i suoi ritmi smettano di essere sempre e solo a misura d’uomo».