Degasperi: mobilitazione contro la caccia in deroga
Il mondo ecologista trentino, in tutte le sue varie anime, dovrebbe superare la frammentazione e trasformarsi in un «fronte compatto per ostacolare politiche che sull’ambiente stanno facendo regredire la provincia».
L’appello viene dal consigliere provinciale M5S Filippo Degasperi, che dopo aver ripetutamente indicato situazioni critiche, per esempio, in relazione all’uso di sostanze chimiche in agricoltura e a irregolarità tollerate in ambito venatorio, ora denuncia quella che considera una nuova pagina «triste»: la norma con la quale lo Stato consentirà alle autorità di Trento e di Bolzano di decidere autonomamente sulla caccia, in deroga alla legge nazionale.
«Si tratta di una norma di attuazione legata sostanzialmente al trasferimento alle due Province del Parco dello Stelvio, un passaggio fortissimamente voluto dai sudtirolesi per riprendere pieno controllo sul territorio e liberarsi dell’ultimo retaggio dell’epoca fascista e dell’italianizzazione forzata. Tuttavia, richiamarsi oggi alle radici storiche non ha senso per un’istituzione importante, che garantiva l’unica porzione significativa di territorio regionale dove la caccia era vietata.
In realtà credo fosse proprio quest’ultimo aspetto a infastidire le due Province che ora potranno decidere diversamente, grazie alla deroga romana, ottenuta fondamentalmente perché al Senato il governo Renzi ha bisogno anche dei voti trentini e bolzanini e dunque concede contropartite.
In linea generale le due Province, con un meccanismo di silenzio assenso ministeriale, avrano mano libera per stabilire - fra l’altro - la durata della stagione venatoria e le specie cacciabili, comprese quelle protette. Come la marmotta, che a Bolzano sono molto interessati a uccidere perché la considerano dannosa per i pascoli d’alta quota.
Io non ho parole, l’autonomia viene usata per peggiorare le norme quadro nazionali in difesa di ciò che rimane della fauna selvatica.
Ci vogliono davvero far credere che le marmotte sono dannose? Non stiamo parlando di insetti infestanti o della zanzara tigre. Ma di marmotte.
Sventrare e disboscare montagne per fare piste e impianti da sci non presenta alcun disturbo, mentre il problema sarebbero le marmottte?
Oppure gli orsi, visto che già sono state approvate ordinanze che introducono la categoria dei soggetti “dannosi” consentendone l’abbattimento. Adesso la Provincia avrà un ampio margine di manovra: un fragile risvolto sanzionatorio e una norma che complica la vita a chi intendesse impugnare eventuali nuove ordinanze anti-orso.
Ma se continuamo a fare la guerra ai predatori, compresi i lupi che stanno tornando spontaneamente, siamo sempre noi rompere gli equilibri naturali e inoltre ci inventiamo i “danni” per ammazzare anche le volpi che al massimo entrano in qualche pollaio recintato male».
Il consigliere M5S si dice «esterreffatto» davanti a questo scenario, ma annuncia battaglia: «Chiederò un confronto con le associazioni, spero che riescano a unirsi e costituire una reale forza d’urto per influenzare il decisore politico. Non voglio certo prendermi meriti o ruoli particolari, semplicemente sottolineare che è necessaria una strategia comune.
Io posso fare interrogazioni, cui regolarmente mi si risponde in modo evasivo, depositare un disegno di legge o proporre un odg; ma questa partita richiede veramente l’aggregazione di tutte le forze sociali che credono nella urgenza di un salto di qualità nell’azione politica, anche per contrapporsi in modo unitario a una lobby come quella dei cacciatori, compatta, ben rappresentata (fino ai vertici della tecnocrazia provinciale) e molto ascoltata dalla Provincia.
Insommma - conclude Degasperi - il Trentino fa enormi passi indietro sulle politiche ambientali eppure in pochi reagiscono con fermezza. È il momento di cambiare registro».