Vertici Rai, altre nomine esterne e polemica: c'è anche Bignardi
Il dg aveva promesso sorprese e così alla fine è stato. Almeno per due dei cinque nomi proposti ai consiglieri nella riunione che precede il cda di domani che darà il via libera alle nomine. Andrea Fabiano a Rai1, Ilaria Dallatana a Rai2, Daria Bignardi a Rai3, Angelo Teodoli a Rai4 e Gabriele Romagnoli a Rai Sport. Questa la squadra con la quale Antonio Campo Dall’Orto intende affrontare la sfida del rinnovamento della tv pubblica. «Competenza e pluralismo culturale» sono le linee che il dg dice di aver seguito, aggiungendo che «è la vera cesura rispetto alla politica».
Fabiano, classe 1976, è una delle sorprese. È il più giovane direttore della tv pubblica, finora vice di Giancarlo Leone che passerà al coordinamento editoriale delle reti. Il dg, dopo aver cercato un esterno di area cattolica e aver valutato lo spostamento di Eleonora Andreatta da Rai Fiction, ha puntato tutto su di lui. Ampiamente annunciato l’arrivo di Dallatana, ex Mediaset e poi Magnolia.
A Rai3 è invece caduta negli ultimi giorni sia l’ipotesi di Andrea Salerno che di un interno e la scelta è andata, anche in questo caso a sorpresa, su Daria Bignardi, vecchia conoscenza del dg che l’aveva voluta a La7.
A chiudere il quadro il passaggio di Antonio Marano dal coordinamento palinsesti a Rai Pubblicità.
«Sono scelte guidate dalla volontà di rinnovamento proprio attraverso la competenza e nel segno della valorizzazione delle risorse interne», ha spiegato Campo Dall’Orto, sottolineando la decisione di puntare per la prima volta su due donne alla guida delle reti. La sua linea non trova però tutti d’accordo. A partire dall’Usigrai, il sindacato dei giornalisti dell'informazione pubblica. «Salvo l’eccezione di Rai1 - sostiene il sindacato -, l’ennesima infornata di esterni. Nei fatti una sonora sfiducia e delegittimazione di tutti i dipendenti della Rai».
Le nomine passeranno comunque senza problemi, perchè, secondo la nuova legge, per bloccarle occorrono sette voti contrari. Non ci saranno però solo sì. «Su queste nomine c’è un’impronta renziana, anche un pò deludente», sostiene Arturo Diaconale. Il giornalista, votato dal centrodestra, avanza sospetti «di condizionamenti della politica per Dallatana che ha lavorato a stretto contatto con Giorgio Gori, uno dei sostenitori di Renzi» e boccia la scelta di Bignardi, che «rischia di dare un taglio radical chic alla terza rete».
Proprio sull’ex conduttrice del Grande Fratello si concentrano le critiche della politica, ma anche di molti utenti su Twitter che non le perdonano le interviste, ritenute troppo accondiscendenti, a Renzi alle Invasioni Barbariche su La7.
«Bignardi ha chiuso il suo programma per mancanza di ascolti», ricorda da Forza Italia Maurizio Gasparri. «È un nome che non mi piace», aggiunge Alberto Airola di M5S sollevando dubbi sull’indipendenza dei nuovi dirigenti. Critiche anche dalla minoranza del Pd per la scarsa attenzione agli interni, mentre la maggioranza del partito plaude alle scelte.
«Due donne alla guida di Rai2 e Rai3 - sottolinea Laura Cantini -, un cambio generazionale necessario e l’esigenza di mettere in circolo nuove idee. Sono molta soddisfatta di queste nomine». Dal cda Rai arrivano le voci favorevoli di Franco Siddi. «Mi sembra che con queste nomine - sottolinea - si scommetta sulla novità e sulla professionalità». «Rispetto ad altre nomine, mi pare che stavolta abbia vinto l’aspetto professionale e tecnico», aggiunge Carlo Freccero.