Primarie e irregolarità Pd di nuovo nella bufera
La minoranza Pd candida l'ex capogruppo alla Camera, Roberto Speranza, alla segreteria del partito nel prossimo congresso. È una delle novità delle manovre che, sulla scie delle polemiche sulle irregolarità alle primarie di Napoli e di Roma, si stanno intensificando in queste ore nell'area del partito democratico in dissenso con la linea politica del segretario epremier Matteo Renzi.
Gianni Cuperlo, leader del'area Sinistra dem e già presidente del partito (lasciò in contrasto con Renzi sulla nuova legge elettorale), invita tutte le componenti di minoranza a riunirsi, con Sinistra ecologia e libertà, in maggio, per valutare come procedere.
Sullo sfondo anche la situazione di Milano in vista delle amministrative di giugno, con la contestata candidatura del manager Expo Giuseppe Sala, che ora perde anche l'ipotizzato sostegno della vicesindaco Francesca Balzani, giunta seconda alle primarie, che ha annunciato la rinuncia alla creazione di una sua lista "arancione" in appoggio dell'uomo voluto da Renzi.
Anche a Milano, come di certo a Roma e a Napoli, il Pd dovrà quasi sicuramente fare i conti con una forte mobilitazione attorno a una candidatura a sindaco alla sua sinistra, con una linea politica e programma divergenti rispetto al modello propugnato dal'ex sindaco di Firenze.
Frattanto è polemica sul mancato accoglimento del risocrso dopo i video che mostrano pagamenti in denaro davanti ai seggi delle primarie di domenica.
«Respinto perché presentato oltre il termine massimo» è la motivazione che la commissione per le primarie del centrosinistra a Napoli ha bocciato il ricorso presentato da Antonio Bassolino, dichiarando ufficialmente vincitrice delle primarie Valeria Valente.
Bassolino, infatti, ha chiesto nel suo ricorso di annullare il voto nei cinque seggi immortalati nel video di Fanpage, ma, ha spiegato il presidente della Commissione Giovanni Iacone, «per presentare ricorso sui singoli seggi il regolamento prevede un termine di 24 ore dalla fine del voto».
Il ricorso di Bassolino è invece arrivato martedì pomeriggio, fuori tempo massimo ed è stato quindi bocciato a maggioranza 8-1, con il voto contrario di Fabio Benincasa, di Centro Democratico. La commissione è anche entrata nel merito delle richieste di Bassolino. «Gli episodi contestati - ha detto Iacone - non determinano l'invalidità dei seggi. Dai verbali non emergono irregolarità, in più si è votato per 13 ore e nel video si vedono due minuti e mezzo di immagini. Dopo la proclamazione di oggi si può presentare un nuovo ricorso ma non sui singoli seggi».
«Invece di riflettere e discutere il Pd chiude gli occhi. È un colpo di spugna che offende le primarie e la città», ha commentato l'ex governatore una volta appresa la decisione. Poco prima, Bassolino aveva già puntato l'indice: «Ai vertici del Pd qualcuno ha già emesso il verdetto prima che gli organi competenti abbiano esaminato i fatti. È una sentenza preconfezionata?».
La bocciatura potrebbe ora indurre Bassolino a considerare l'idea di uno strappo con il partito, correndo comunque per la poltrona di sindaco di Napoli con una o più liste civiche a suo sostegno.
Uno strappo forte, che centinaia di suoi sostenitori caldeggiano in queste ore sui social network. «Mi auguro - ha commentato il segretario del Pd napoletano Venanzio Carpentieri - che le voci di queste ore non trovino conferma. La coalizione lavorerà per ricucire le ferite che si sono aperte in questi giorni».
Ferite profonde evidenziate anche nei lavori della commissione: il Psi non ha partecipato, mentre i due rappresentanti vicini a Bassolino hanno abbandonato dopo circa un'ora la riunione: «La sentenza sul ricorso - hanno spiegato Vincenzo Serio e Antonio Giordano, che avevano vanamente chiesto la diretta streaming della riunione - è preconfezionata, non ci prestiamo a una farsa». E prima del voto hanno lasciato la sala anche i due rappresentanti vicini a Marco Sarracino e quindi ad Area Riformista. Lo stesso Sarracino attaccherà poi la maggioranza del partito a Napoli. «Il Pd - spiega - non può nascondere la polvere sotto al tappeto. Il gruppo dirigente comprenda che la città attende risposte chiare in merito, affinché non si forniscano alibi per cui altri decidano di candidarsi al di fuori della coalizione di centrosinistra», ha detto riferendosi alla possibile corsa autonoma di Bassolino.
Il Pd napoletano esce quindi dilaniato dalle primarie. Ne è consapevole la segretaria regionale Assunta Tartaglione, che ricorda come «lo scontro non è interno al Pd», invitando «all'unità e all'impegno comune per sostenere il vincitore delle primarie». Vincitore che tende la mano al suo ex maestro e ora avversario sconfitto: «Sono certa - dice - che Bassolino lavorerà insieme a noi. Ha saputo coinvolgere tante forze della città nelle primarie: un patrimonio imprescindibile per affrontare al meglio la campagna elettorale».