Siria, Putin annuncia il ritiro Ma la guerra continua
"Spero che la decisione sia un segnale positivo per tutte le parti in conflitto. Spero che aumenterà considerevolmente il livello di fiducia tra tutte le parti e contribuirà a una soluzione pacifica della questione siriana".
Putin sceglie il giorno della ripresa dei negoziati infrasiriani a Ginevra per annunciare al paese - e al mondo - "missione compiuta" e dare così il via alla sua exit strategy dal ginepraio siriano, in barba a quanti predicevano uno scenario afghano per la prima avventura bellica della Russia al di fuori del cortile di casa sin dai tempi dell'ex Unione Sovietica.
Ma, trattandosi di Putin, 'cautelà è la parola d'ordine che serpeggia a Mosca a poche ore dall'annuncio: il rischio, secondo diversi osservatori, è che il leader del Cremlino stia tentando l'ennesimo 'rilanciò. "Potrebbe anche trattarsi di un bluff", commenta il politologo e 'putinistà Stanislav Belkovsky. "Dietro a questo annuncio - argomenta - possiamo benissimo immaginare ci siano state delle trattative con gli Usa e Putin si aspetta delle concessioni, forse anche sul fronte ucraino, e se non ci saranno degli sviluppi concreti può sempre riaprire le ostilità sul fronte siriano".
A raccomandare prudenza sono anche alcune fonti diplomatiche europee, che ricordano che i russi manterranno "le chiavi dello spazio aereo siriano" e dunque, per quanto i raid andranno senz'altro a diminuire, i rapporti di forza sul campo, ora che le truppe governative di Assad sono in grado di reggersi sulle proprie gambe, non muteranno. Anzi, saranno in grado di portare a termine qualche "manovra espansiva" nelle aree chiave di Damasco e Aleppo. "Inoltre - sottolinea una fonte - noi non sappiamo cosa si dicono gli americani e i russi nei gruppi di contatto sulla Siria, e dunque questo annuncio di Putin va preso senz'altro con le pinze".
A pesare, in un certo senso, potrebbe essere di più il fronte interno, con una situazione economica in Russia che resta precaria e l'alta volatilità dei prezzi del petrolio a zavorrare gli introiti del bilancio statale.
Come dire, meglio sfruttare la prima finestra utile per sbandierare al popolo il 'veni vidi vicì e porre un freno alle intense operazioni militari. Che all'ultimo calcolo approssimativo costavano all'erario almeno otto milioni di dollari al giorno. La motivazione economica però non convince Belkovsky.
"L'intervento in Siria, anche durasse un anno, costerebbe un miliardo di dollari alla Russia: per quella che è la valutazione del denaro di Putin, è niente". Resta però l'appeal della promessa mantenuta: intervento breve, dall'alto ritorno di immagine, e ricco potenzialmente di dividendi politici - oltre che di gloria militare per l'armata rossa.
"Ora la Russia deve intensificare la sua partecipazione ai negoziati infrasiriani", ha detto d'altra parte Putin al suo ministro degli Esteri Serghei Lavrov. Traduzione: lo spazio politico è stato assicurato, largo alla diplomazia. Il Cremlino, non ha caso, ha fatto sapere che Assad si è detto "pronto" a dare inizio al "processo politico" all'interno del paese quanto prima. Il suo futuro, ha sottolineato il Cremlino, non è stato ovviamente al centro della telefonata tra il presidente siriano e quello russo, come da prassi. La Siria che verrà è affare dei siriani, vanno ripetendo i russi da mesi. Ora la palla passa agli 'sherpà a Ginevra. I militari russi, nel mentre, controlleranno che la tregua sia rispettata. E poi si vedrà.
Mezzo milione di siriani sono morti nelle violenze in corso da cinque anni.
Più della metà della popolazione totale siriana, 12 milioni di persone, ha bisogno di aiuto umanitario. Otto milioni e mezzo di bambini sono stati colpiti dalla guerra. Sono i dati più impressionanti del conflitto che entra nel suo sesto anno.
Questa la cronologia essenziale degli avvenimenti.
* 2011 - Febbraio: arresto di studenti di una scuola di Daraa (sud) perchè accusati di aver scritto slogan anti-regime. - 15 Marzo: primo inedito corteo di protesta a Damasco e massiccia manifestazione anti-regime a Daraa. La protesta si allarga e viene repressa nel sangue. - Giugno: i primi disertori dell'esercito regolare danno vita all'Esercito siriano libero (Esl). - Agosto: Obama e la Ue chiedono che Assad lasci il potere. - Settembre: nasce il Consiglio nazionale (Cns) dominato dalla Fratellanza musulmana. - Ottobre: primo veto di Russia e Cina a una risoluzione Onu di condanna del regime.
* 2012 - Maggio: cominciano ad affluire i primi jihadisti stranieri che si affiancano alla ribellione. Il movimento sciita libanese Hezbollah invia i suoi miliziani a sostegno del regime. - Luglio: in un attentato a Damasco muoiono il ministro della Difesa, Daud Rajiha e il capo dei servizi militari Shawkat. - Agosto: i ribelli avanzano su Aleppo. - Novembre: le potenze occidentali riconoscono le opposizioni in esilio come "unico rappresentante legittimo del popolo siriano".
* 2013 - Gennaio: le forze lealiste si ritirano da Raqqa (nord), che viene occupata dalle prime cellule dell'Isis. - Luglio: scompare a Raqqa il gesuita Padre Paolo Dall'Oglio. - Agosto: attacco chimico su sobborghi di Damasco in mano ai ribelli. Minacce occidentali di guerra contro il regime. Accordo Usa-Russia per l'eliminazione dell'arsenale chimico di Damasco.
* 2014 - Gennaio: offensiva anti-Isis da parte di ribelli islamici. La Conferenza di Ginevra 2 si conclude con un nulla di fatto. - Febbraio: evacuazione di circa 1.400 persone da Homs assediata dai lealisti. - Maggio: l'assedio di Homs si conclude con la conquista della città da parte delle forze lealiste e di Hezbollah. - Agosto: l'Isis dichiara "il califfato" a est di Aleppo fino all'irachena Diyala. - Settembre: Al via i raid della coalizione a guida Usa contro Isis in Iraq e poi in Siria
* 2015 - Gennaio: forze curdo-siriane rompono assedio Isis a Kobane. - Marzo: offensiva insorti anti-governativi a nord e sud. - Maggio: l'Isis conquista Palmira. - Settembre: al via raid russi a favore delle forze di Assad. - Dicembre: Dopo gli attacchi di Parigi, Londra si unisce ai raid della Coalizione anti-Isis in Siria.
* 2016 - Febbraio: offensiva lealista-russo-iraniana su Aleppo. Decine di migliaia di profughi in fuga verso la Turchia. Aleppo assediata. Alla conferenza di Monaco prima intesa su una tregua. Nuova strage dell'Isis a Homs e Damasco, 180 morti. Accordo Usa-Russia sul cessate il fuoco a partire dal 27 febbraio. - Marzo. Al via ennesimo tentativo di colloqui indiretti mediati dall'Onu tra opposizioni in esilio e governo.