Comuni contro le fusioni nasce il comitato del no
Una decina di amministratori si sono incontrati a Trento per esprimere ferma contrarietà ai processi di fusione in corso
Ad una settimana dai referendum che porteranno alle urne i cittadini di 33 Comuni trentini, una decina di amministratori, provenienti da ogni valle della provincia, si sono incontrati a Trento per esprimere la propria ferma contrarietà ai processi di fusione in corso.
L'incontro, svoltosi all'interno della sala conferenze dell'hotel America, è stato convocato in tempi record per denunciare una carenza di informazione a favore della popolazione interessata dalle consultazione.
Secondo quanto riportato dagli stessi promotori del comitato per il no, sarebbero infatti state comunicate solamente le ragioni per un voto favorevolmente all'unione degli enti locali più piccoli, mentre gli esponenti della giunta provinciale e del Consorzio dei Comuni avrebbero taciuto volontariamente alcuni aspetti relativi alla perdita di identità territoriale, alla riduzione dei servizi ed all'effettivo risparmio di risorse pubbliche accordato dall'operazione.
In breve, i sindaci in disaccordo rispetto alle fusioni - supportati dal consigliere provinciale Rodolfo Borga, di Civica trentina - propongono alla cittadinanza di esprimersi per il mantenimento dello status quo, motivando la posizione attraverso una rivendicazione della propria singolarità.
«Il Consorzio dei Comuni - ha precisato al riguardo il sindaco di Lona-Lases, Marco Casagranda - pone l'attenzione unicamente al cambio di funzione degli enti locali, seguendo pedissequamente la linea imposta dalla giunta provinciale. Non a caso, ai dibattiti sui territori, è sempre presente un assessore o un altro esponente istituzionale favorevole alle fusioni. In questo modo, si tiene nascosto alla popolazione come l'unione di più enti locali porta ad una minore rappresentatività degli abitati più piccoli e decentrati, nonché dell'irreversibilità del processo». Secondo lo stesso Casagranda, «non si parla mai, invece, delle tutele garantite agli enti locali da parte della Costituzione italiana oppure dalla Carta europea per le autonomie locali» conclude il sindaco di Lona-Lases.
Il fronte del no, il cui obiettivo, secondo quanto spiegato dagli stessi promotori, è quello di promuovere una corretta informazione tra i trentini chiamati al voto, si compone degli amministratori di Cembra, Sfruz, Faedo, Rumo, Samone Terzolas, Pieve Tesino, Mezzolombardo, Croviana e Lona-Lases. Tra quelli citati, gli abitati coinvolti nel referendum fissato per domenica 22 maggio sono Croviana e Terzolas (chiamati a formare il Comune di Malè-Val di Sole assieme ai paesi di Malè, Caldes e Cavizzana), Sfruz (che potrebbe unirsi al Comune della Predaia), Faedo (da aggregare a San Michele all'Adige) e Rumo (in vista di una fusione con Bresimo, Cis e Livo per il Comune delle Maddalene).
«Tra cinque anni - ha concluso Borga, suscitando tra i presenti un lungo applauso - al netto del risparmio comportato dal blocco del turnover per il personale pubblico, emergerà che le fusioni costano alla Provincia più di quanto costavano i piccoli Comuni precedenti. Nel frattempo, i territori avranno perso la propria identità e la possibilità di una rappresentanza adeguata».