Russia contro Turchia anche a colpi di verdura
La «guerra fredda» (e neanche tanto fredda) tra Russia e Turchia passa per i banchi dei negozi di verdura. Le autorità russe hanno deciso di vietare le importazioni di zucche e zucchine dalla Turchia a partire dal 19 maggio ufficialmente per motivi fitosanitari. Mosca è ai ferri corti con Ankara per la crisi siriana e ha già bandito le importazioni di numerose varietà di frutta e verdura dalla Turchia dopo l’abbattimento di un jet militare russo da parte degli F-16 turchi avvenuto lo scorso novembre al confine turco-siriano.
Intanto, con le dimissioni del premier turco Ahmet Davutoglu, che dopo il congresso straordinario di domenica sarà ufficialmente sostituito alla guida del partito Akp e del governo di Ankara, sparisce anche il «suo quotidiano», Yeni Yuzyil (Il nuovo secolo). Quella di ieri è stata l’ultima edizione del giornale, che aveva una tiratura di circa 15 mila copie e per il momento continuerà a esistere solo online. Nato all’indomani del successo elettorale del primo novembre scorso come organo di riferimento della sua area politica dentro il partito, Yeni Yuzyil sparisce con la caduta in disgrazia di Davutoglu.
Una decisione dell’editore, Mansur Topcuoglu, che per molti è legata alla resa dei conti con il presidente Recep Tayyip Erdogan, che ha voluto l’addio ad appena 6 mesi dal trionfo nelle urne per disaccordi, tra l’altro, sull’adozione del presidenzialismo. La scorsa settimana l’autorità competente (Yok) aveva imposto un’amministrazione esterna all’università privata Halic di Istanbul, gestita dallo stesso editore del quotidiano, per una presunta «cattiva gestione». Il giornale aveva criticato apertamente la misura, fino alla chiusura giunta nel giro di pochi giorni.