Grandi città al ballottaggio a Roma Raggi al comando
Ballottaggi in tutte le città capoluogo di Regione. Fa eccezione solo Cagliari dove Massimo Zedda del centrosinistra incassa la riconferma al primo turno con il 50,9% contro il 32,1% di Piergiorgio Massidda del centrodestra.
Ma il dato più evidente del voto per i sindaci è il trionfo del M5s a Roma, con Virginia Raggi sopra il 35%, i 5Stelle primo partito della Capitale con il 35,6% e il crollo di Pd (17,2% contro 26,3% del 2013) e di Forza Italia, che incassa appena il 4,2% contro il 13,5% di tre anni fa.
Al ballottaggio per la poltrona di Sindaco di Roma Raggi sfiderà Roberto Giachetti, il candidato del Pd che ha superato il primo turno grazie a ‘un miracolò, secondo il vicesegretaria Dem Deborah Serracchiani, e ora affronta una prova ancora più difficile: ribaltare un verdetto che l’ondata di protesta anti-Pd sembra aver già scritto. «È un momento storico, sono pronta a governare», ha detto una Raggi finalmente sorridente nella notte. Storica anche la sconfitta del centrodestra: Giorgia Meloni, appoggiata dalla Lega di Matteo Salvini, si avvicina fino a 4 punti da Giachetti (20,7%), ma la spaccatura con Berlusconi la condanna.
«Un suicidio», commenta il leader leghista. Tanto più che Marchini raccoglie appena il 10,9%: più o meno lo stesso risultato di 3 anni fa, quando si era presentato da solo, senza l’appoggio di Forza Italia.
I 5 Stelle esultano anche a Torino, dove Chiara Appendino sfiora il 31%. Ma il dato del capoluogo piemontese è meno sorprendente di quanto alcune proiezioni accreditavano nella notte: Piero Fassino, sindaco uscente, raccoglie il 41,9% dei voti, tiene la rivale grillina lontana più di 10 punti e esprime fiducia nell’esito del secondo voto.
Testa a testa oltre le previsioni, invece, a Milano: Beppe Sala prevale di meno di 5mila voti su Stefano Parisi, 41,7% contro 40,8%. Lontanissimo l’M5s con il 10% di Gianluca Corrado.
Il duello tra centrosinistra e centrodestra unito si accenderà al ballottaggio.
Sfida De Magistris-Lettieri al secondo turno di Napoli, ma il replay del ballottaggio ha un sapore molto diverso da quello delle ultime Comunali. De Magistris ci arriva forte del 42,5% pur senza l’appoggio del Pd, che fallisce la prova con Valeria Valente al 21,3%. La candidata Dem è battuta anche da Gianni Lettieri, che ottiene il 24% forte di un centrodestra unito.
Delude il Pd anche a Bologna. Non ce la fa ad essere eletto al primo turno come sperava il sindaco uscente Virgilio Merola, che anzi si ferma al 39,6%, un colpo durissimo rispetto al trionfo della prima elezioni. Al ballottaggio avrà di fronte la candidata di Salvini, Lucia Bergonzoni della Lega che supera di 10mila voti (22,2% contro 16,6%) il grillino Massimo Bugani.
Si consola il centrodestra a Trieste, dove Roberto Dipiazza va al ballottaggio con Roberto Cosolini in vantaggio di oltre 12 punti, 41,1% contro 28,8%. Determinanti saranno i voti grillini di Paolo Menis che ha ottenuto il 18,9%.
Negli altri 18 Comuni capoluogo di Provincia al voto, il centrosinistra passa al primo turno a Rimini (Andrea Gnassi 57%) e Salerno, con il trionfo del deluchiano Vincenzo Napoli che raccoglie oltre il 70%; mentre il centrodestra incassa Cosenza, con Mario Occhiuto al 59,2%.
Eletta al primo turno anche Marta Cabriolu alla guida del Comune di Villacidro, della Provincia del Medio Campidano, in Sardegna.
Appuntamento al 19 giugno per gli altri 14 comuni capoluogo.
Il centrosinistra è al ballottaggio in 13 casi. Tutti salvo, per ora, Latina che, a metà scrutinio, registra il boom della lista civica del medico Damiano Coletta, 22,9% contro il 22,7% di Nicola Calandrini del centrodestra e il 21% di Enrico Forte del Pd. Dieci i candidati del centrodestra al secondo turno.
Tra loro Clemente Mastella che nella sua Benevento sfida Raffaele Del Vecchio del Pd con il 33% contro il 32,9% (anche qui i dati sono di metà scrutinio). M5s al ballottaggio tra i capoluoghi solo a Carbonia, mentre sono 3 i casi in cui approdano alla sfida finale anche candidati che guidano Liste civiche (Brindisi e Crotone, oltre a Latina).
Un boom oltre le attese del M5S a Roma e Torino, con il Pd che fatica e spera di rilanciare ai ballottaggi ma con l'incognita Roberto Giachetti, tallonato da Giorgia Meloni nella Capitale. E' forse questo - insieme a una non scontata battaglia al fotofinish tra Giuseppe Sala e Stefano Parisi a Milano - il dato più significativo di una tornata delle Comunali che vede centrosinistra e centrodestra pagare, sotto la Mole Antonelliana, a Bologna o a Roma, le proprie divisioni interne. Dove Pd e sinistra corrono uniti, come a Cagliari con Massimo Zedda, la vittoria al primo turno è a portata di mano. E dove il centrodestra non paga le fratture tra Fi e Lega, come a Milano, si conferma ancora in grado di tallonare i Dem.
Ma è nella Capitale che, invece, i 5 Stelle possono davvero festeggiare con una Virginia Raggi primissima attorno al 37%, seguita da Giachetti poco oltre il 22% e dalla candidata Fi-Ln Meloni che incalza a poco più di un punto di distanza secondo le ultime proiezioni, mentre tardano i dati del Viminale. "Sono pronta a governare, il vento sta cambiando", esulta Raggi mentre il blog di Beppe Grillo sentenzia: "è un risultato storico. Il M5S è lento, ma inesorabile". Tacciono, con i risultati ancora in bilico in tarda notte, sia Giachetti sia Meloni mentre Alfio Marchini, il candidato della 'discordia' scelto da Silvio Berlusconi ammette la sconfitta: "serve una riflessione politica".
E una riflessione, nel centrodestra, certamente ci sarà nelle prossime ore. Il dato è che nella battaglia tra la destra targata Meloni-Salvini e il centrodestra di colore azzurro a Roma ha vinto la prima. "Da FI c'è stata una scelta suicida", tuona Salvini affermando che dove la Lega non sarà al ballottaggio ("voteremo tutto tranne il Pd") e marcando nuovamente le distanze da (almeno una parte) di Fi: Antonio Tajani, infatti, annuncia che senza la Meloni al secondo turno non si inviterà a votare né il Pd né il M5S.
Pd che, riunito al Nazareno con il premier Matteo Renzi, definisce un "miracolo" il probabile accesso al ballottaggio di Giachetti dove, avverte Lorenzo Guerini, "ce la giocheremo". Per il resto, tra i Dem il clima non può essere così euforico, sebbene Renzi più volte abbia ribadito come le Comunali non siano un test sul governo. A Milano Giuseppe Sala precede Stefano Parisi di una manciata di decimali mentre a Torino Piero Fassino supera di poco il 41%, seguito al 34% dalla sorpresa 5 Stelle Chiara Appendino. A Bologna il sindaco uscente Virginio Merola è costretto al ballottaggio con la candidata Fi-Ln Lucia Bergonzioni (tallonata dal 5S Max Bugani) mentre a Napoli vola Luigi De Magistris al 42,5%, seguito da Gianni Lettieri (attorno al 24% e con la Dem Valeria Valente verso l'esclusione.
E Napoli, così come Cosenza e, in maniera più indiretta, Grosseto, erano stati il 'teatro' del contestato sostegno dei verdiniani ai candidati Pd. Non sembra essere andata bene visto che il centrodestra sfonda nella città calabrese (con Mario Occhiuto verso la vittoria al primo turno) ed è in testa nella provincia maremmana. Su questo - e su un'affluenza che non va oltre il 62,1% calando di 5 punti rispetto al 2011 - nel Pd probabilmente si aprirà una riflessione con la minoranza che, potrebbe tornare in trincea anche in vista della battaglia cruciale del referendum. Quella che il premier vuole e deve vincere per forza.
Raggi: "Siamo la prima forza politica della capitale". Un avvertimento a Matteo Renzi ed uno schiaffo al centrodestra: il M5S si candida come antagonista principale e alternativa credibile al premier in vista delle politiche e del referendum di ottobre sulle riforme. E' questo il risultato politico del primo turno alle amministrative per i cinquestelle. Il movimento di Beppe Grillo festeggia soprattutto grazie alle sue due "donne" candidate che vanno al ballottaggio a Roma e Torino: Virginia Raggi sfiora il 38% nella capitale, Chiara Appendino supera il 30% nel capoluogo piemontese dove proverà a battere il sindaco uscente Piero Fassino. Un dato positivo, anche oltre le attese degli stessi pentastellati, non confortato però da quelli di Milano, Napoli e Bologna dove il M5S è relegato a terza forza politica dietro al centrodestra e alla sinistra.
Una affermazione, insomma, a macchia di leopardo. Il risultato, in ogni caso, fa gioire i pentastellati che ora investiranno tutte le proprie energie a Roma e Torino. Per i ballottaggi dovrebbe scendere in campo anche Grillo che, per problemi personali e per fare "un passo di lato", ha disertato la prima parte della campagna elettorale. Supera la prova la macchina organizzativa 5stelle alla prima senza Gianroberto Casaleggio ma sotto la regia del figlio Davide e del direttorio. Sono lontani i fantasmi del voto per le Europee di due anni fa, quando i cinquestelle, dati dai sondaggi a ridosso del Pd, nelle urne si videro quasi doppiati dal partito del premier. La linea, stavolta, è stata quella di non fare alcuna dichiarazione ufficiale prima che i dati abbiano un minimo di attendibilità, anche a costo di attendere fino a tarda notte.
Insomma, bocche cucite nel cuore della notte nel quartiere generale della Raggi a Roma, dove si danno appuntamento molti big del partito. Ma i sorrisi ed i volti distesi, seppur segnati da mesi di campagna elettorale, lasciano intendere che il clima è ottimista. "Il vento è davvero cambiato", si lascia scappare qualcuno lontano dalle telecamere. Parole che la stessa Raggi ripete nella sua prima dichiarazione pubblica. Nella sede del comitato elettorale della candidata romana si danno appuntamento i vertici pentastellati. Ci sono Luigi Di Maio, Alessandro DI Battista, Roberta Lombardi, Giorgio Sorial, Paola Taverna e molti altri parlamentari. "Siamo la prima forza della Capitale - è il commento di Di Battista che lancia immediatamente la sfida a Renzi - Il crollo del Pd è anche il risultato delle politiche fallimentari di Renzi.
Il Pd, oltre che a Roma, è andato male anche a Torino e Bologna". Per la prima volta la figura di Grillo rimane sullo sfondo: nessun contatto telefonico con la Raggi dopo i primi exit poll che danno la candidata 5S in testa ("Ho il telefonino scarico", scherza la giovane avvocatessa romana) I ballottaggi rappresentano la prova di maturità per i pentastellati. L'idea è non snaturare la campagna elettorale condotta finora dalle due candidate, né quella di chiedere apparentamenti o il sostegno di liste. "Siamo e rimaniamo apartitici - sottolineano i vertici grillini - Non facciamo giochetti per andare a governare. La gente ci vota per questo". La speranza del M5S è intercettare il voto di dissenso ma la prima preoccupazione è non perdere quel bacino di preferenze fin qui conquistate e perdere per strada una battaglia, almeno a Roma, che vede la candidata 5S in testa. "Si prospettano due settimane di fuoco, non ci tiriamo indietro", spiega la Raggi.