Baghdad, bombe dell'Isis 200 morti, molti i bambini
È drammaticamente salito a oltre 200 uccisi, tra cui molti bambini e ragazzini minorenni, il bilancio del triplice attentato suicida compiuto ieri a Baghdad e rivendicato dall’Isis.
Si tratta del più sanguinoso attacco avvenuto in Iraq negli ultimi nove anni. E giunge al termine del mese islamico di Ramadan segnato da una violenza terroristica senza precedenti e senza frontiere, segnata direttamente o indirettamente dal marchio «Isis».
Il premier iracheno Haidar al Abadi, che ieri aveva rischiato il pestaggio da parte degli abitanti del quartiere colpito dall’attacco, ha prima ordinato tre giorni di lutto in tutto il Paese e ha poi deciso di rimuovere i responsabili della sicurezza nell’area presa di mira dai terroristi.
Oggi, il premier ha quindi chiesto al ministro della giustizia di eseguire «quanto prima» le condanne a morte rimaste in sospeso nei confronti di cittadini iracheni giudicati colpevoli di «atti di terrorismo». Il dicastero ha informato i media che solo oggi sono state eseguite cinque pene capitali, e che nei prossimi giorni saranno giustiziati altri «terroristi», per lo più membri dell’Organizzazione dello Stato islamico.
Fortemente contestato dall’opinione pubblica Abadi ha ricordato oggi la «vittoria» delle forze governative che hanno «liberato» Falluja, la roccaforte dell’Isis a ovest della capitale. E nella capitale il premier ha ordinato il rafforzamento delle misure di sicurezza, chiedendo che vengano sostituiti quei rilevatori elettronici di esplosivo, in dotazione a militari e poliziotti ai posti di blocco ma da più parti considerati inefficaci.
Fonti mediche di Baghdad hanno oggi riferito del ritrovamento stamani di circa 80 corpi e resti di corpi di persone rimaste sotto le macerie di una delle palazzine crollate in seguito alle potenti esplosioni avvenute ieri.
Per questo, circa cento persone che ieri risultavano tra i dispersi oggi sono stati aggiunti alla conta dei morti. Il bilancio aggiornato del ministero degli interni è di 213 uccisi.
I kamikaze avevano colpito nella notte tra sabato e domenica nell’affollato quartiere a maggioranza sciita di Karrada, nei pressi di un ristorante e di un centro commerciale.
È lì che le famiglie si trovano fino a tarda notte per festeggiare l’iftar, la tradizionale rottura giornaliera del digiuno di Ramadan. Ed è anche lì che gli abitanti di Baghdad si recano per fare gli ultimi acquisti prima della festa di fine mese.
Oggi, 4 luglio, festa dell’Indipendenza americana, coincide infatti in molte regioni dell’ecumene islamica con l’ultimo giorno di Ramadan. «È forse il Ramadan più sanguinoso della storia moderna?», ci si interroga sul sito della tv panaraba al Arabiya.
Dal 6 giugno, giorno di un attacco contro una caserma nel nord-est della Giordania, a oggi, giorno di tre attentati suicidi in Arabia Saudita (secondo i primi bilanci ci sono solo feriti a Medina e Qatif), sono centinaia le persone uccise in attacchi compiuti in giro per il mondo.
Come accaduto per il brutale attacco di Dakka, in Bangladesh, in cui sono morti nove italiani, gli attentati sono stati rivendicati dall’Isis. O sono stati comunque modo collegati, all’organizzazione capeggiata dal califfo Abu Bakr al Baghdadi.
Poco prima dell’inizio del mese del digiuno, il presunto portavoce dello Stato islamico, Abu Muhammad al Adnani, aveva invitato miliziani dell’Isis a trasformare il Ramadan nel «mese della sciagura per tutti i miscredenti del mondo».