Reddito di cittadinanza Proposta M5S per i poveri
Al reddito di garanzia, istituito da alcuni anni in Trentino per sostenere chi vive sotto la soglia di povertà, il Movimento 5 Stelle risponde proponendo un «reddito di cittadinanza locale».
Il disegno di legge, che parte dalla constatazione della povertà sempre crescente e dell'acuirsi della crisi economica, andrebbe ad intervenire laddove le misure della Provincia hanno dimostrato - secondo i 5 Stelle - di essere solo palliative. «Diventa necessario - ha detto ieri il deputato grillino Riccardo Fraccaro nella presentazione a Trento - agire subito con un "cambio di rotta" e mettere al centro dell'azione politica il benessere del cittadino, dal diritto al lavoro, all'istruzione, all'informazione e alla cultura. D'altronde numerose sono le iniziative in tutta Europa assimilabili al reddito di cittadinanza: dal Sozial Hilfe dell'Austria e della Germania , al Bijstand dell'Olanda, passando per il francese Revenue Minimum d'insertion ed il belga Minimax, solo per citarne alcuni».
In Italia il costo totale del reddito di cittadinanza, secondo il disegno di legge presentato dal Movimento 5 Stelle a livello nazionale, è stimato in circa 14,9 miliardi di euro dall'Istat. La spesa sarebbe destinata al 10,6% delle famiglie residenti in Italia.
Per quanto riguarda il Trentino, Riccardo Fraccaro ha spiegato come i destinatari siano i cittadini e le famiglie residenti in Trentino da almeno 5 anni, che abbiano un indicatore Icef inferiore a 0,15. I beneficiari non riceveranno solo un contributo in denaro, ma anche dei crediti da utilizzare sul circuito economico locale, che sono stati chiamati «trentini».
«I trentini saranno accreditati sulla tessera sanitaria, che potrà quindi essere usata come un vero e proprio bancomat», ha detto Fraccaro. Anche le imprese potranno utilizzare i «trentini» per i loro scambi commerciali e se tali imprese hanno sede legale in Provincia potranno usarli per compensare tasse e imposte fiscali. Un modo, dunque, per far rimanere «la ricchezza» entro il territorio, la cui tracciabilità sarà garantita da un sistema di transazione elettronica.
Chi saranno i beneficiari? 16.400 famiglie trentine con redditi bassi. Dove per reddito basso si intende da un minimo di 625 euro al mese, per chi vive da solo, a un massimo di 1.300 euro al mese per una famiglia con bambini. Fraccaro ha poi specificato che non si tratta di una forma assistenzialistica, come spesso molti tendono a pensare.
Si garantisce, infatti, l'inclusione sociale e la formazione professionale: c'è un vero e proprio percorso obbligatorio di inserimento nel mondo lavorativo e se un individuo rifiuta due proposte di lavoro congrue, perde di conseguenza il diritto al reddito. «Non è esagerato dire che si tratta di una manovra economica dai risvolti epocali», ha aggiunto il deputato. Presenti all'incontro anche Marco Santini, consigliere comunale M5S, Cristiano Zanella, commercialista e attivista M5S e in qualità di tecnici Stefano Zambelli del Dipartimento di Economia e management dell'Università di Trento e Daniele della Bona di Fef Academy.