Roma, prima seduta informale della giunta di Virginia Raggi
Il sindaco di Roma Virginia Raggi è arrivata in Campidoglio questa mattina.
Per lei in programma alcune riunioni, poi nel pomeriggio incontrerà i suoi assessori per una primo vertice informale di giunta.
La squadra di governo, che ieri la sindaca ha detto essere chiusa e pronta, sarà presentata domani durante la prima seduta del Consiglio comunale dell’era 5 Stelle.
Alla neosindaca è giunto un messaggio di stima e incoraggiamento dal collega M5S di Parma Federico Pizzarotti, che da tempo si trova in dissenso con la linea perseguita dai vertici del movimento. «Cara Virginia, ti scrivo con profonda ammirazione per il coraggio con cui ti sei lanciata nell’avventura di salvare la città di Roma, una sfida che mette nelle tue mani non solo la Capitale d’Italia ma anche il destino politico dell’intero Movimento», scrive fra l'altro Pizzarotti.
Il puzzle giunta dunque è risolto e le dieci tessere, nove assessorati più uno a tempo, hanno trovato una quadra.
Una squadra di governo «forte, con le mani libere», assicurano dall’entourage del sindaco di Roma.
Sei uomini e tre donne, alle quali aggiungere il sindaco e il capo di gabinetto Daniela Morgante. Donna anche la vice capo di gabinetto Virginia Proverbio.
Nella squadra ufficiosa compaiono Paolo Berdini all’Urbanistica, Paola Muraro all’Ambiente, Andrea Lo Cicero allo Sport, Luca Bergamo alla Cultura, Flavia Marzano alla Semplificazione-Smart City, Laura Baldassarre al Sociale, Adriano Meloni allo Sviluppo economico, Marcello Minenna al Bilancio, Enrico Stefano (oppure un tecnico, donna) ai Trasporti supportato da una cabina di regia di esperti del settore. Daniele Frongia, braccio destro della Raggi, dovrebbe diventare vicesindaco con delega al Patrimonio e partecipate ma di queste ultime potrebbe anche occuparsi Salvatore Romeo.
Capo di gabinetto in Campidoglio sarà dunque Daniela Morgante, magistrato della Corte dei conti ed ex assessore al Bilancio della prima giunta di Ignazio Marino.
A farle da vice, temporaneamente e «fino al 21 agosto 2016», Virginia Proverbio, dirigente amministrativo già nominata vicecapo di gabinetto vicario dall’ex commissario di Roma Francesco Paolo Tronca.
«Avevamo previsto che sarebbero stati tutti contro Virginia e la sua giunta. Ma siamo un gruppo compatto e forte», osserva Luigi Di Maio che non vuol sentire parlare di beghe interne o guerre, per lui è solo «gossip». «A Roma la giunta Raggi è pronta, ed il M5S è già al lavoro».
A scrivere su Twitter è Carla Ruocco, deputata e componente del direttorio 5 Stelle. Non è l’unica tra i pentastellati che si fanno sentire per ribadire che nella Capitale e in Campidoglio non c’è alcun problema.
In casa M5S si glissa su indiscrezioni a mezzo stampa che parlano di guerre interne al movimento.
«Quello che state leggendo sui giornali in questi giorni - dice il vicepresidente della Camera Di Maio - è falso. Dal gossip su Roma, alle telefonate, alle correnti, alle beghe interne, addirittura le invenzioni sui litigi con Grillo».
Insomma, dopo i malumori sulle prime nomine della sindaca e la guerra fratricida tra correnti nel M5S sembrerebbero essere superati i nodi venuti al pettine in questi giorni. «La giunta si è chiusa nelle ultime 48 ore - riferiscono dall’entourage della Raggi - È forte, ha le mani libere e sposa il progetto di governo del Movimento 5 Stelle. Lavorerà nell’interesse dei cittadini».
L’annuncio del dream team domani, il 7 luglio, giorno in cui il consiglio comunale dell’era grillina si riunirà per la sua prima volta.
Insomma dopo giorni tesi e di ripensamenti pare che l'intesa sia stata trovata.
Se non proprio una pace almeno una tregua sulle caselle più calde, Bilancio e Trasporti. La giunta è fatta ma non è ancora ufficiale. Tempo per ritocchi ne resta.
Virginia Raggi «accerchiata», troppe «guerre intestine», afferma oggi in un’intervista a Repubblica Carlo Freccero, consigliere di amministrazione Rai in quota 5 stelle, a proposito dell’attesa sulla giunta capitolina, mentre promuove la sindaca di Torino Chiara Appendino.
A Roma, spiega, «credo che sia quel che accade quando ci sono vittorie grosse, inaspettate e per questo difficili da gestire.
Ci sono cose però che mi creano tensione.
Un personaggio come Roberta Lombardi, il suo ruolo, la sua figura mi fanno pensare che ci siano delle lotte interne che mi sarei augurato non facessero parte del nuovo corso.
Il momento è delicato, devono fare in fretta per dimostrare di essere all’altezza della prova che così tanta gente ha affidato loro. Per ora l’unico nome che conosco è che mi convince è quello di Paolo Berdini, assessore all’urbanistica. Sul resto sono al buio, un po’ distaccato.
Attendo qualcosa di forte e di preciso. Quel che credo e che direi loro è che debbano stare attenti a non riciclare la gente».
Virginia Raggi «mi sembra molto accerchiata e questo non è positivo per il Movimento. Quel che emerge è che a Roma ci siano guerre intestine e che questo possa comprometterne l’operato.
L’esperienza di Torino mi sembra invece molto diversa». Chiara Appendino «ha superato gli esami, è stata brava e dà l’idea di essersi preparata molto bene».