Governo: forestali nei carabinieri La Cgil: «Una scelta scellerata»
Ieri il consiglio dei ministri ha approvato i decreti attuativi per l'accorpamento del corpo forestale dello Stato nell'arma dei carabinieri. Operazione che non determinerà una diminuzione dei poliziotti nelle strade, tiene a precisare il premier, mentre il ministro delle Politiche agricole, Maurizio Martina, assicura che verrà «salvaguardata la professionalità della forestale, con la creazione di un comando specifico posto alle dipendenze funzionali del ministro delle politiche agricole, alimentari e forestali».
Ma la decisione di chiudere la storia ultracentenaria della forestale continua a scatenare le proteste, anche perché molti ritengono che questo passaggio indebolirà la tutela dellambiente e dei cittadini.
Una manifestazione per dire no al governo si svolge oggi, su iniziativa del sindacato nazionale forestale, a Fonte Cerreto (L’Aquila), alle falde del Gran Sasso, sul versante aquilano, dove sono in corso le riprese della fiction Rai «Un passo dal cielo 4». Il segretario nazionale Andrea Laganà in una nota sottolinea: «Il Governo sta uccidendo il corpo forestale che tanto piace al popolo italiano».
A tale proposito il segretario generale del sindacato di polizia Siulp L’Aquila, Fabio Lauri, esprime solidarietà e condivide e supporta i sindacati del corpo forestale dello Stato. «La necessità di evitare la compressione dei diritti costituzionali delle donne e degli uomini in uniforme», sottolinea Lauri.
«Il provvedimento di soppressione che del governo vorrebbe approvare, oltre che perfettamente inutile sotto il profilo economico, vìola i principi fondamentali della Costituzione nella parte in cui vorrebbe militarizzare le donne e gli uomini della forestale, persino in contrapposizione alle direttive della Corte europea dei diritti umani che vorrebbero riconosciuto, anche alle forze armate, il diritto di associarsi in sindacato per la tutela dei diritti dei lavoratori in uniforme - prosegue -. L’attuale progetto di riforma della pubblica amministrazione non consente di affrontare con la dovuta serenità i numerosi nodi problematici che contiene, primo tra tutti la militarizzazione delle funzioni e la decapitazione dei diritti e delle prerogative sindacali del personale del corpo forestale».
Molto dura anche la Cgil: «Il governo, nonostante la contrarietà di tutte le organizzazioni sindacali e di rappresentanza del comparto Sicurezza e Difesa, e nonostante la mancanza di un confronto sul testo, ha approvato il decreto che prevede l'accorpamento della forestale nell'arma dei carabinieri.
È un fatto grave: si cancella nei fatti un corpo cruciale nel contrasto e nella prevenzione delle violazioni dell'ambiente, privando così i cittadini stessi di una forza estremamente utile. Ma è anche grave perchè, per questa via, si comporta la soppressione dei diritti civili e sindacali dei lavoratori e perchè manca qualsiasi tutela del personale nel passaggio da una forza civile a un corpo militare».
Per Cgil e Fp Cgil, «la partita non si chiude qui. Il nostro impegno a tutela degli uomini e delle donne della forestale, e del lavoro che questi svolgono a servizio dei cittadini, continua: agiremo tutte le strade possibili per contrastare questa scelta scellerata, sia legali sia mettendo in campo uno sciopero del Corpo forestale, stiamo infatti trattando per garantire i servizi minimi. Andremo avanti, con ancora più forza, a difesa dei diritti dei lavoratori e dei cittadini».
Severo anche il giudizio dell'Ugl: «Il consiglio dei ministri appena concluso ha orgogliosamente sancito la fine della tutela ambientale. La cosa triste è che non se ne rendono conto ed a farne le spese saranno soprattutto le generazioni future», dice il segretario generale dell'Unione general elavoratori corpo forestale dello Stato, Danilo Scipio.
«L'assorbimento del corpo forestale nell'arma dei carabinieri farà felici i delinquenti ed i politici incapaci, non comporterà razionalizzazioni né risparmi ed avrà solo effetti negativi per l'ambiente e per i cittadini. Ma a Renzi poco importa, l'importante è poter dire di aver fatto qualcosa, a prescindere se sia utile o meno.
Disgustosi, umilianti e sgraditi i ringraziamenti del ministro Maurizio Martina, completamente assente dal dibattito che ha distrutto il Cfs e le aspirazioni di quelli che erano i suoi uomini e le sue donne, che non ha mosso un dito per evitare questo scempio.
Nonostante il governo abbia approvato il provvedimento fuori sacco rispetto all'ordine del giorno previsto - prosegue Danilo Scipio - tipico di chi ha molto da nascondere, nessuno creda che ci siamo rassegnati: la parola fine, in questa vergognosa vicenda, la metteranno i giudici.
Facciamo nuovamente appello al presidente della Repubblica Mattarella affinchè il suo passato da giudice costituzionalista ed il suo ruolo di garante della Costituzione pongano rimedio agli strafalcioni di Renzi&Co ed eviti la militarizzazione coatta dei dipendenti del corpo forestale dello Stato".