Radiografia dei bilanci nei Comuni trentini Entrate e spese: amministrazioni a confronto
I comuni "paperoni", quelli cioè che hanno un livello di entrate pro capite più alto sono quelli turistici: Pinzolo , Ragoli , ma anche Lavarone. Le amministrazioni più finanziate dagli enti pubblici, cioè soprattutto da "mamma Provincia", sono piccole municipalità con Grauno (ora Altavalle) e Brione (ora Borgo Chiese) ai primi posti.
Guardando invece sul fronte della spesa ritroviamo Brione dove l'amministrazione, sono dati 2014, è costata moltissimo: oltre 4.000 euro per ogni residente.
Per quanto riguarda la spesa sul fronte sociale in cima alla graduatoria troviamo ancora comuni piccoli come Carzano e Sanzeno , ma Trento questa volta dista solo qualche posizione. Chi invece spendeva di più alla voce viabilità e trasporti è Frassilongo , mentre le graduatorie della spesa per istruzione e cultura se le aggiudicano rispettivamente Ragoli (ora Tre Ville) e Albiano. Sul fronte della spesa per la cultura, sorprende il dato di Rovereto che "straccia" Trento 280 euro contro appena 73.
È questa la "fotografia" ricavata da un'analisi dei dati elaborati dall'associazione Openpolis che monitora i bilanci di tutti i comuni italiani. Non fanno eccezione, ovviamente, quelli trentini radiografati sia sul fronte delle entrate, sia su quello delle uscite. Gli ultimi dati disponibili si riferiscono al 2014 e sono sempre indicati pro capite. C'è da sottolineare anche che alcuni piccoli comuni oggi non esistono più per effetto dei numerosi accorpamenti tra amministrazioni che hanno modificato in modo sostanziale la "geografia politica" del Trentino.
Con queste avvertenze, e la consapevolezza che ci potrebbero anche essere dati errati o parziali, guardiamo nel dettaglio alcune delle voci più significative.
Partiamo dalle entrate, dove il dato pro capite vede in testa due comuni a cavallo di Madonna di Campiglio come Pinzolo con ben 2.634 euro a testa e Ragoli (ora Tre Ville) con 1.935. Seguono, Lavarone, Mazzin, Siror (ora Primiero) e Folgaria . I grandi centri sono parecchio distaccati: Trento 368 euro, Rovereto 299, Riva 735, Pergine 220. Una curiosità: il comune più "ricco" d'Italia è Portofino con 8.722 euro pro capite.
Sempre sul fronte delle entrate è interessante il dato relativo a «contributi e trasferimenti pubblici» che in Trentino più che dallo Stato e dalla Regione, arrivano dalla Provincia. Vincono Grauno (1.756 euro), Brione , (1.752) e Frassilongo (1.402). Ultimo della classifica è Spormaggiore con 26,56 euro.
Cambiamo versante e poniamoci sul fronte delle uscite. Anche qui le sorprese non mancano. Le spese per far funzionare l'amministrazione variano dai 4.060 euro di Brione ai 267,32 di Pergine . I grandi comuni, era logico aspettarselo, hanno costi pro capite bassi: Trento (372) e Rovereto (410). Passiamo alla spesa per viabilità e trasporti: davanti si piazzano Frassilongo (3148), Zuclo (ora Borgo Lares) (2,768) e Brione . Molto distaccati Trento (296) e Rovereto (355). Chiude la classifica Roveré della Luna con 41,31 euro.
Guardiamo due capitoli di spesa importanti per gli abitanti di un comune: istruzione e cultura. I costi pro capite per gestire il servizio scolastico (tranne gli asili nido) vanno da un massimo toccato a Ragoli (3.795 euro), Brez (1.349) e Daone (1.213) a cifre anche 10 volte inferiori relative ai grandi centri come Trento (125), Rovereto (114), Riva del Garda (195), Pergine (137). Ci sono anche amministrazioni che risultano a zero per errore o forse perché operano in convenzione con altri comuni.
Infine la cultura: è Albiano il comune che nel 2014 ha speso di più in proporzione al numero degli abitanti: ben 1.171 euro. Seguono Fiera di Primiero (ora Primiero) , (973) e Palù del Fersina (939). A Trento si sono spesi 73 euro a testa, a Rovereto invece quattro volte di più (280 euro), a Riva 119 e a Pergine appena 59 euro.
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I dati riportati nella tabella sono stati raccolti, elaborati e resi disponibili a tutti attraverso il web dall'associazione Openpolis. «Lavoriamo - spiegano nel sito - con gli open data, facciamo progetti open source, promuoviamo l'open government. Costruiamo polis su internet, comunità politiche autonome e libere in cui ogni abitante partecipa alla vita collettiva e alla costruzione del bene comune».
Da dove arriva questo fiume di numeri? La fonte dei dati è la Direzione centrale della finanza locale del Ministero dell'Interno cui la legge affida il compito di raccogliere e pubblicare i bilanci dei Comuni italiani secondo una classificazione omogenea. «I dati del singolo bilancio di un Comune - si legge sul sito - vengono prodotti e trasmessi al Ministero dal Comune stesso che è quindi il soggetto responsabile della veridicità, esattezza e completezza dei dati presenti nella banca dati del Ministero e, di conseguenza, dei dati pubblicati in Open bilanci».