Zeni sulle guardie mediche: «Accorpandole andremo a migliorare la qualità del servizio»
«Dobbiamo stare molto attenti a dire le cose come stanno. Il messaggio che si stanno tagliando i servizi ai cittadini è falso. Non c'è un programma di riduzione della spesa sanitaria spesa nel suo complesso. Si sta invece cercando di usare le risorse al meglio possibile». Lo spiega l'assessore provinciale trentino alla Sanità Luca Zeni in vista della seduta straordinaria del Consiglio provinciale sulle guardie mediche, chiesta dalle minoranze.
«La rete di urgenza emergenza viene potenziata - spiega - e abbiamo fatto ad esempio una convenzione con la rete volontariato, così come stiamo implementando piazzole elisoccorso. Le guardie mediche non fanno parte della rete di urgenza-emergenza. Se c'è un'urgenza non si chiama la guardia medica che ha invece il compito di garantire la continuità assistenziale col medico di base, quindi non di intervenire in tempi brevi e per le urgenze».
«Di fronte a numeri che ci dicono che il servizio vede meno di 4 interventi in dodici ore, in 17 presidi su 34, dobbiamo constatare che si pagano quattro medici a 220.000 euro l'anno per ogni presidio su cui devono turnare. Il disegno è dunque quello di dire di accorpare alcuni presidi, in modo che i medici facciano 5 o 6 interventi nelle dodici ore, quindi pochi di più, garantendo però anche meno turn-over. Così aumenta la loro casistica e può aumentare anche la qualità del servizio».
«Il cittadino - sottolinea Zeni - non viene quindi privato di un servizio. Al contrario ci sarà anche il numero unico 116.117, da cui verrà chiesto al paziente di spiegare il problema e se potrà recarsi in ambulatorio o se avrà necessità di una visita a domicilio. Sarà dunque una guardia medica più stabile, più motivata e formata».
«Con molti sindaci - conclude l'assessore - abbiamo condiviso il percorso. Alcuni hanno protestato, ma la maggioranza ha capito. Ci sono paesi con 1,5 o 1,8 interventi a notte: accorpandoli diventeranno tre a notte».