La Camera approva i sostegni a piccoli comuni e aree montane
Unanimità alla Camera dei deputati sul voto che dà il via libera al disegno di legge per il sostegno e la valorizzazione dei comuni con popolazione fino a 5 mila abitanti e dei territori montani e rurali.
Positivi i commenti di diverse forze politiche sui possibili effetti del provvedimento, concernente anche la disposizioni per la riqualificazione e il recupero dei centri storici, che adesso attende l’approvazione definitiva in Senato
«Come autonomie speciali, come deputati dell’Alto Adige, del Trentino è evidente il carattere strategico che attribuiamo a provvedimenti che abbiano quale obiettivo strutturale porre in essere politiche di sostegno allo sviluppo economico, sociale, ambientale e culturale dei piccoli comuni, in primo luogo i comuni appartenenti alle unioni di comuni montani», commenta Albrecht Plangger, intervenuto in aula in dichiarazione finale sul provvedimento per annunciare il voto favorevole dei deputati delle minoranze linguistiche.
«Cittadini e attività produttive, patrimonio culturale e storico, naturale e rurale - ha affermato Plangger - devono essere considerati un valore aggiunto a difesa ed a incentivo dell’insediamento nei piccoli comuni come condizione essenziale delle politiche di salvaguardia ambientale e territoriale».
«La previsione, nel provvedimento, della possibilità di accesso da parte dei piccoli comuni ad un Fondo di 10 milioni di euro per il 2017 è certamente una misura coerente con la esigenza di incentivare gli investimenti in primo luogo laddove le condizioni appaiono più complesse come i territori montani», ha detto in coclusione Plangger.
«Una conquista importante, iniziata molti anni fa anche dal sottoscritto quando era amministratore locale e coordinatore locale dell’Anci, insieme a molti amici amministratori che condividono con me l’impegnoparlamentare», dice il deputato del Pd Simone Valiante. «Tra le norme approvate mi piace ricordare una battaglia storica mia e del coordinamento nazionale dei piccoli comuni dell’Anci: il nuovo art. 2 comma 1 che di fatto vincola lo Stato e le Regioni a salvaguardare qualità ed efficienza dei servizi essenziali in settori come sanità, servizi postali, protezione civile, istruzione, trasporti, viabilità.
Questa legge - aggiunge - rappresenta una conquista di civiltà soprattutto culturale che non guarda ai grandi numeri, ma alla sostanza, che evidenzia l’importanza del carattere di unicità dei piccoli borghi, da tutelare e salvaguardare.
Il provvedimento passa ora all’esame del Senato e per fine anno speriamo di ottenere l’approvazione definitiva. Sarebbe un grande risultato, che ci permetterà di restituire la giusta dignità e cittadinanza alle nostre piccole comunità ed alla tutela giuridica delle loro battaglie».
Di una «bella giornata per chi vuole bene all’Italia» parla il primo firmatario del testo, Ermete Realacci (Pd), presidente della commissione ambiente.
«Una legge bipartisan - spiega - nata a partire da una mia proposta di legge cui si è collegata quella analoga della collega Terzoni. Un testo che aiuterà l’Italia ad essere più forte e coesa, ad affrontare il futuro. Questo testo, di cui sono stati relatori i colleghi Borghi, Iannuzzi e Misiani, è un'opportunità per tutto il Paese per un'idea di sviluppo che punta sui territori e sulle comunità, che coniuga storia, cultura e saperi tradizionali con l’innovazione, le nuove tecnologie e la green economy».
«I nostri 5.585 Piccoli Comuni - prosegue Realacci - non sono un’eredità del passato, ma una straordinaria occasione per difendere la nostra identità, le nostre qualità e proiettarle nel futuro. Un’idea ambiziosa di Italia passa anche dalla giusta valorizzazione di territori, comunità e talenti.
È il presupposto da cui parte questa legge a lungo attesa, sostenuta anche fuori dal parlamento da associazioni come Legambiente e Coldiretti. Uno dei primi a capire l’importanza di questa visione dell’Italia fu il Presidente emerito Ciampi, che in un messaggio inviatomi in occasione di Voler Bene all’Italia 2002 definì questi borghi un presidio di civiltà, un’opportunità da cogliere.
La legge sui piccoli comuni propone misure per favorire la diffusione della banda larga, una dotazione dei servizi più razionale ed efficiente, itinerari di mobilità e turismo dolce, la promozione delle produzioni agroalimentari a filiera corta.
Previsti anche semplificazioni per il recupero dei centri storici in abbandono o a rischio spopolamento da riconvertire in alberghi diffusi, opere di manutenzione del territorio con priorità alla tutela dell’ambiente, la messa in sicurezza di strade e scuole, l’efficientamento energetico del patrimonio edilizio pubblico e interventi in favore dei cittadini residenti e delle attività produttive insediate nei centri minori - conclude Realacci -.
Per le aree oggi in condizioni di maggior difficoltà è previsto uno specifico stanziamento di 100 milioni per il periodo che va dal 2017 al 2023. Confluiranno tra le risorse previste dalla presente legge anche i 3 milioni stanziati dall’ultima legge di Stabilità per lo sviluppo dei cammini storici».
Il gruppo parlamentare del movimento Cinque stelle rivendica a sua volta un ruolo attivo in questo iter legislativo: «Approvata in aula alla Camera la nostra proposta di legge, abbinata a quella della maggioranza all’interno del testo unico. Un provvedimento per salvare e valorizzare i borghi d’Italia a rischio spopolamento ed estendere così alle aree interne una politica di sviluppo finora incentrata quasi solo sulle grandi città.
Tra i principali risultati ottenuti dal M5S - aggiunge la deputata cinque stelle Patrizia Terzoni, prima firmataria della proposta di legge - ci sono tre milioni di euro per il ripristino dei cammini storici che collegano i piccoli comuni, il recupero dei borghi con interventi antisismici e diverse misure a sostegno dei prodotti tipici locali, come ad esempio la vendita diretta all’interno di punti commerciali, l’incentivo della filiera corta e la valorizzazione delle attività pastorali di montagna finalizzate alla produzione di formaggi di qualità.
Per il M5S si tratta però solo di un primo passo, visto che sono stati esclusi dal governo altre nostre proposte per potenziare sul territorio servizi essenziali come la rete dei presidi ospedalieri, il trasporto pubblico e l’incentivo del telelavoro; interventi fondamentali per ristabilire il tessuto economico e sociale dei comuni dell’entroterra che vivono una vera e propria crisi demografica», conclude Terzoni.