Uragano Matthew: almeno un migliaio i morti ad Haiti
Matthew si indebolisce ma continua a far paura e mentre avanza sulla costa Atlantica degli Stati Uniti - oggi si è abbattuto sul South Carolina - ad Haiti si contano i danni e i morti, anche se un bilancio definitivo è ancora impossibile.
La conta delle vittime nell’isola devastata dall’uragano è difficile perchè molte zone sono isolate e inaccessibili. Fonti locali non ufficiali parlano di un migliaio di morti in totale.
Secondo la protezione civile haitiana, in un solo distretto del sud-ovest, la regione più devastata, le vittime sono almeno 470.
Su dieci milioni di abitanti, un milione e mezzo sono stati colpiti, è la stima della Croce Rossa. Di essi, «più di 350.000 hanno urgente bisogno di assistenza umanitaria», è l’appello dell’Unicef.
Si contano invece 6 vittime in Florida dopo il passaggio di Matthew, ora declassato alla categoria 1, con venti a 136 chilometri orari e forti temporali che hanno lasciato 500.000 persone senza energia elettrica in South Carolina e 250.000 al buio nella zona costiera della Georgia.
I danni sono ingenti con pesanti inondazioni a Charleston, dove un centinaio di strade sono rimaste interrotte, e a Savannah, in Georgia. Il governatore del North Carolina, Pat McCrory, ha avvertito la popolazione di non abbassare la guardia anche se l’uragano è ora molto più debole.
Ma l’emergenza è Haiti, con la sua povertà endemica trasformata dall’uragano nell’ennesima tragedia umanitaria che rischia di diventare ancora peggiore: manca acqua potabile e focolai di colera sono segnalati da più parti. Un’equipe della Federazione internazionale della Croce Rossa ha raggiunto Jeremie, la città più colpita da Matthew e fino a oggi completamente isolata.
«Una Emergency response unit (Eru) composta da dieci specialisti è arrivata a Jeremie a bordo di un convoglio di jeep dopo una ricognizione in elicottero fatta congiuntamente alle Nazioni Unite», ha detto Mariagiovanna Costa, delegata della Croce Rossa italiana ad Haiti, raggiunta telefonicamente dall’ANSA a Port-Au-Prince. «Il 90% della città, che ha un milione e 200 mila abitanti, è distrutta, i bambini circolano da soli per le strade e la gente beve acqua inquinata dai fiumi», è il quadro agghiacciante descritto dall’equipe della Croce Rossa che ha iniziato la distribuzione di kit per la potabilizzazione dell’acqua e kit igienico sanitari.
Intanto sono stati rintracciati e stanno bene i tre italiani dei quali non si avevano più notizie dopo il passaggio dell’uragano: Massimo Miraglio, padre camilliano di 51 anni originario di Borgo San Dalmazzo (Cuneo), che vive a Jeremie da 10 anni dove sta costruendo un centro ospedaliero, e due volontari che lo hanno raggiunto in settembre Renato Gastaldi, 68 anni di Chiusa Pesio, e Giamberto Viara, 62 anni di Pianfei.