Renzi alla direzione Pd Crisi e futuro - La diretta
Matteo Renzi interviene alla direzione del Pd, prima di recarsi al Quirinale per rassegnare le dimissioni. Sul dopo, il premier sconfitto severamente al referendum, propende per un voto al più presto possibile o in alternativa alla nascita (improbabile) di un esecutivo di alrghe intese definito "istituzionale".
Altri, anche nel suo partito, frenano e son oin sintonia con il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, propenso a evitare un rapido ritorno alle urne, dopo il voto di domenica scorsa. Dunque, votare con ciò che rim,arrà dell’Italicum dopo il vaglio della Corte costituzionale o dedicare alcuni mesi per una nuova legge elettorale ipotizzando le elezioni politiche antyicipate in estate o in autunno 2017?
Renzi parla di iscrizioni Pd in aumento, poi elenca i punti del bilancio, tesse le lodi dell'azione del suo governo. Niente autocritica nell'intervento del premier dimissionario in una direzione del partito che invita a ritenere convocata in modo permanente neio prossimi giorni.
Il presidente Matteo Orfini ha quindi annunciato che non ci sarebbe stato dibattito, mentre Renzi usciva, probabilmente per preparsi all'incontro con Mattarella.
La decisione della presidenza di sospendere il dibattito e riaprirlo nei prossimo giorni - dopo le consultazionii - è stata contestata da alcuni Walter Tocci, esponente della minoranza, ha chiesto di intervenire comunque per esprimere la sua contrarietà, affermando che la linea espressa da Renzi andrebbe discussa fin da ora.
Dopo questo breve intervento la seduta è stata tolta
«Toccherà ai gruppi parlamentari decidere che cosa fare. Vorranno andare subito a elezioni? Nel caso si dovrà attendere la Sentenza della Consulta di martedì 24 gennaio e poi votare con le attuali leggi elettorali, come modificate dalla Corte», scrive il premier Renzi nella sua Enews. «Se i gruppi vorranno invece andare avanti con questa legislatura, dovranno indicare la propria disponibilità a sostenere un nuovo Governo che affronti la legge elettorale ma soprattutto un 2017 molto importante a livello internazionale».
Se i gruppi parlamentari indicheranno al presidente della Repubblica la volontà di elezioni subito, «si dovrà attendere la Sentenza della Consulta di martedì 24 gennaio e poi votare con le attuali leggi elettorali, come modificate dalla Corte. Dico leggi elettorali perchè come è noto non siamo riusciti ad abrogare il »bicameralismo paritario« che dunque vedrà continuare a eleggere due rami del Parlamento con elettorati diversi e leggi elettorali diverse, sperando che non arrivino due maggioranze diverse. Ma questa è una delle conseguenze del bicameralismo, ahimè», prosegue Renzi
La seconda ipotesi, afferma il premier, è che i partiti indichino la volontà di andare avanti con la legislatura e allora «dovranno indicare la propria disponibilità a sostenere un nuovo Governo che affronti la legge elettorale ma soprattutto un 2017 molto importante a livello internazionale: i 60 anni dell’Unione Europea, i vari G7 a cominciare da quello di Taormina, la presidenza del consiglio di sicurezza dell’Onu».
«Il presidente della Repubblica farà le consultazioni» e a quel punto «sarà interessante capire cosa pensano anche i partiti del Fronte del No al referendum, non solo i partiti dell’attuale maggioranza».
«Io sono pronto a cedere il campanello al mio successore, con un abbraccio e l’augurio di buon lavoro.
Stiamo scrivendo un dettagliato report da consegnare e stiamo facendo gli scatoloni. Scatoloni che ci fanno spuntare molti sorrisi e qualche ricordo amaro. Ma la storia di questi mille giorni non la faranno i rancorosi commenti di queste ore», conclude l’ormai quasi ex premier.