Milano, presunta corruzione Arrestati 2 dirigenti comunali
Due dirigenti del Comune di Milano e un funzionario sono stati arrestati stamani dal nucleo di polizia tributaria della Gdf di Milano nell’ambito dell’inchiesta del procuratore aggiunto Giulia Perrotti e del pm Luca Poniz su alcuni casi di presunta corruzione per pilotare «l’aggiudicazione di alcune gare di appalto» bandite dall’amministrazione comunale «a favore del Consorzio Milanese Scarl e delle imprese sue associate».
Sono stati accertati anche due casi di presunta concussione.
Su disposizione del gip Alfonsa Maria Ferraro sono finiti in carcere, come si legge in un comunicato firmato dal procuratore Francesco Greco, Massimiliano Ascione «in qualità di titolare posizione organizzativa del Comune di Milano», accusato di concussione, Stanislao Virgilio Innocenti, «in qualità di dirigente del Comune di Milano», accusato di corruzione, e Armando Lotumolo, anche lui «in qualità di dirigente» dell’ amministrazione comunale e indagato per corruzione.
Si tratta della seconda tranche di un’inchiesta che nel settembre del 2015 aveva portato all’arresto di Giuseppe Amoroso e Angelo Russo, entrambi appartenenti all’epoca «all’Ufficio settore manutenzione del Comune di Milano», di Luigi Mario Grillone, fino al 2011 «direttore del Settore tecnico Scuole e Strutture sociali» e «dipendente di City Life spa», e Marco Volpi, titolare della Professione Edilizia Srl.
Nell’ambito dell’indagine erano stati anche sequestrati trentadue lingotti d’oro, quasi 520 mila euro in contanti, 19 orologi di pregio e oltre 120 monili e oggetti d’oro.
Dalla nuova tranche d’indagine sono emersi «diversi casi di corruzione» e risultano indagate anche due società.
Ascione avrebbe intascato da un imprenditore una presunta tangente in contanti da 100 mila euro in cambio di certificazioni di edilizia pubblica, secondo quanto trapela dall'indagine.
Da quanto si è appreso, sarebbe stato lo stesso imprenditore, Marco Volpi - titolare della Professione Edilizia Srl e arrestato nel settembre del 2015 assieme ad altre tre persone nella prima tranche d’indagine - a mettere a verbale di aver pagato ad Ascione, accusato di concussione, la tangente per lavori di ristrutturazione di edifici pubblici.
Tra l’altro, anche altre persone, tra cui alcuni collaboratori e soci dell’imprenditore, avrebbero confermato agli inquirenti il versamento della ‘steccà per ottenere le certificazioni utili per gli appalti.