Il fotografo in ginocchio e in lacrime dopo l'attentato kamikaze
Era lì per fare il suo lavoro, ovvero scattare delle fotografie. Doveva documentare l'arrivo di civili in fuga. Invece ha fatto tutt'altro: la macchina fotografica l'ha tenuta a tracolla ed è corso a provare a salvare persone, soprattutto bambini. E poi, umanamente e drammaticamente, è crollato sulle ginocchia, piangendo disperato, con la macchina fotografica, inutilizzata, a fianco. Lui è Abd Alkader Habak: avrebbe dovuto, appunto, documentare l'arrivo ad Aleppo di profughi in fuga. Invece dopo l'attacco terroristico che ha provocato 126, almeno 68 bambini, ha fatto altro. Le due immagini che lo ritraggono hanno presto fatto il giro del mondo.