«Siamo pronti alla guerra nucleare» La Corea «sfoggia» e testa i super missili
Il «Giorno del Sole» riporta le auspicate temperature primaverili nella capitale nordcoreana, ma non riesce ad allentare il gelo delle tensioni con gli Usa sugli armamenti non convenzionali, tenendo vivo l'ipotesi di conflitto anche nella sua opzione più catastrofica, quella nucleare. La grande parata militare in onore del 105esimo compleanno del «presidente eterno» Kim Il-sung, nonno dell'attuale leader Kim jong-un, diventa l'occasione per mostrare i muscoli presentando tutto il potenziale di missili custodito negli arsenali del Nord tra modelli operativi, in stato avanzato o addirittura prossimi al loro completamento. Prima però ci ha pensato Choe Ryong-hae, ritenuto il numero due di Kim, a ribadire e a puntualizzare alcuni aspetti del braccio di ferro con Trump. «Risponderemo a una guerra totale con una guerra totale ed a una guerra nucleare con il nostro stile di un attacco nucleare», ha tuonato nel discorso introduttivo alla parata tenuto al posto del «giovane generale». Il tycoon è indicato come il responsabile della «creazione di una situazione di guerra» nella penisola coreana con l'invio di mezzi militari strategici dato il prossimo arrivo della portaerei Uss Carl Vinson scortata dal gruppo d'attacco.
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Il fatto che Kim non sia intervenuto potrebbe, secondo alcuni osservatori, avere un significato comprensibile solo nel futuro più o meno immediato. Choe ha poi accusato gli Usa di lanciare attacchi contro altri Paesi e di voler minacciare la pace e la sicurezza mondiale. In caso di pesanti provocazioni, la risposta di Pyongyang non si farà attendere: «Vogliono provocare una guerra nucleare, qualcosa a cui ci opponiamo».
Il vicepresidente Usa Mike Pence sarà da oggi a Seul in visita per tre giorni durante i quali incontrerà tra gli altri il presidente reggente e premier Hwang Kyo-ahn.
Kim ha seguito, tornato ai vestiti occidentali dopo l'abito stile «Mao» indossato venerdì, le fasi della parata, la prima dal 10 ottobre del 2015 per i 70 anni della fondazione del Partito dei Lavoratori. Ha risposto con apprezzamento al «manse» (lunga vita), scandito a gran voce da decine di migliaia di persone e poi si è congedato salutando con ampi gesti della mano a fine evento.
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I corpi di elite, specializzati e d'assalto hanno sfilato su piazza Kim Il-sung, cuore di Pyonyang, tra fanfare e note delle bande militari e coreografiche esibizioni fino al pezzo forte: un nuovo supermissile balistico intercontinentale, un «mostro» in grado di raggiungere gli Stati Uniti. Una risposta al Moab, «la madre di tutte le bombe» sganciata dagli Usa sull'Isis in Afghanistan. Più lungo dei precedenti, l'Icbm, «l'intercontinentale», pur se non sperimentato viene sin d'ora vissuto come concreta minaccia per le coste occidentali Usa. Gli altri sono a corto, medio e lungo raggio, con lanciatori mobili e multipli, vettori a combustibile solido e a lancio sottomarino: si tratta dei Musudan a media gittata, del temuto KN-08 e della sua versione KN-14, da almeno 10.000 km, i predecessori del super Icbm che, alla fine, potrebbe semplicemente rivelarsi un bluff. La Cina ha chiesto aiuto alla Russia per allentare la tensione. Dialogo fitto tra Pechino e Mosca.
IL TEST
La Corea del Nord tenta, ma fallisce, un nuovo lancio missilistico, poche ore dopo la parata militare a Pyongyang in cui il regime di Kim jong-un ha messo in campo una delle piu' imponenti dimostrazioni di forza in cui hanno sfilato i missili simbolo della minaccia nordcoreana che costituisce quel problema cui il presidente degli Stati Uniti Donald Trump ha garantito "verra' posto rimedio".
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Questa sera pero' Trump non parla e all'ultima provocazione di Pyongyang risponde con un "no comment" veicolato dal capo del Pentagono James Mattis. E' la scelta tattica di Washington di non dedicare troppa attenzione alle 'provocazioni' di Kim jong-un. Non per ora, o almeno presumibilmente fino a quando non sara' piu' chiara la natura di quest'ultimo gesto. Nello specifico la natura del missile che, lanciato dalle coste orientali del Paese alle 17.21 di sabato ora di Washington (gia' il giorno seguente in Corea del Nord), dalla citta' di Sinpo, e' espoloso quasi immediatamente dopo il decollo. Le prime indicazioni dalla Difesa sucoreana, poi la conferma dei militari Usa, stabilendo che e' stato utilizzato un unico missile e che l'area interessata e' la stessa individuata per recenti tentativi falliti di lanci. Adesso Corea del Sud che Stati Uniti sono impegnati a ottenere maggiori informazioni sul tipo di missile utilizzato.
In queste ore intanto è atteso a Seul il vicepresidente Mike Pence, prima tappa di un tour di 10 giorni nell'area toccando cinque paesi. Domani Pence vedrà il premier sudcoreano Hwang Kyo-ahn, che svolge le funzioni presidenziali in attesa delle elezioni di maggio. Martedì sara' a Tokyo, dove incontrerà il premier Shinzo Abe. Quella col Giappone è infatti per l'America alleanza cruciale per gli equilibri regionali e anche a livello globale. Secondo le prime segnalazioni del ministero della Difesa dopo il tentativo di lancio di un missile balistico da parte della Corea del Nord, la sicurezza sul territorio giapponese non è stata messa a rischio.