Brexit, May cerca più forza e vuole le elezioni l'8 giugno
Elezioni anticipate a sorpresa in Gran Bretagna l’8 giugno: le ha annunciate oggi la premier Theresa May in un inatteso discorso alla nazione dinanzi al numero 10 di Downing Street, dopo averle ripetutamente escluse nei mesi scorsi.
May può contare secondo i sondaggi sul netto vantaggio del suo Partito conservatore rispetto all’opposizione laburista in grado sulla carta di rafforzarla nel cammino verso la Brexit, il divorzio del Regno Unito dall’Ue.
La premier britannica Theresa May ha annunciato che domani sarà presentata una mozione alla Camera dei Comuni per andare ad elezioni anticipate.
Il provvedimento richiede una maggioranza dei due terzi per essere approvato, quorum apparentemente scontato dopo che anche il leader dell’opposizione laburista Jeremy Corbyn si è dichiarato pronto e favorevole al voto anticipato.
«La Brexit è nell’interesse nazionale ma gli altri partiti si oppongono», dice May spiegando l’annuncio delle elezioni anticipate.
Le elezioni anticipate in Gran Bretagna si impongono per far fronte al clima di «divisione» seminato dalle opposizioni laburista, libdem e indipendentista scozzese a Westminster che rischiano di indebolire il Paese nel negoziato sulla Brexit,aggiunge May, appellandosi ai britannici a votare Tory. May ha ammesso di aver escluso in passato il voto anticipato, ma di ritenere ora che questo sia «l’unico modo per garantire certezza» al Paese e condurre in porto la Brexit: «Ne abbiamo bisogno e ne abbiamo bisogno ora», ha detto.
La premier chiede ai britannici di votare per il Partito conservatore per portare a compimento il divorzio da Bruxelles e invita tutti a «non sottovalutare la (sua) determinazione a portare a compimento il lavoro» verso la Brexit. Lo ha detto la stessa premier annunciando le elezioni anticipate nel Regno Unito per l’8 giugno.
«Il Paese vuole unirsi, ma Westminster si divide», sul tema del negoziato con l’Ue. Di qui la decisione a sorpresa di ricorrere alle urne.
Finora May, succeduta meno di un anno fa alla guida del governo e dei Conservatori a David Cameron senza passare per le urne dopo la sconfitta dell’allora primo ministro al referendum sulla Brexit del 23 giugno, aveva sempre detto di voler arrivare in fondo all’attuale legislatura: iniziata con il voto del maggio 2015 e destinata in teoria a concludersi nel 2020.
Oggi, tuttavia, è arrivata l’improvvisa inversione di marcia, annunciata dopo una riunione del Consiglio dei Ministri e spiegata come necessaria per dare «certezza e stabilità» al regno di fronte alle resistenze attribuite alle opposizioni e alla Camera dei Lord sul divorzio dall’Ue.
Le elezioni anticipate andranno ora formalizzate in parlamento.
E Theresa May ha scelto di procedere a un autoaffondamento del governo chiedendo alla maggioranza Tory di appoggiare domani una mozione di sfiducia. Un modo per evitare di negoziare con le opposizioni per arrivare al quorum dei due terzi della Camera dei Comuni richiesti per lo scioglimento anticipato dell’assemblea.