Emergency, 10 anni fa in Sudan il primo centro cardiochirurgico
Aveva appena 14 anni Sunia, la paziente numero uno operata al cuore nell’allora neonato Salam Centre di Khartoum, in Sudan.
Un intervento per sostituire una valvola cardiaca che ha reso necessario solo un giorno di terapia intensiva.
Era la fine di aprile 2007 quando Emergency diede il via ad un ospedale altamente specializzato.
Il primo centro di cardiochirurgia del tutto gratuito in Africa che avrebbe curato pazienti del Sudan e dei Paesi vicini.
Il Salam Centre, appunto.
Da allora, gli operatori e i volontari dell’ong di Gino Strada hanno effettuato 59.744 visite cardiologiche (in media 16 al giorno) e 7.011 interventi chirurgici (circa 2 al giorno).
Sono stati formati centinaia di operatori del luogo, 173 medici e 503 infermieri. Realizzato in collaborazione con l’autorità sudanese, l’ospedale prende il nome dalla parola araba «pace» (appunto, Salam).
Non è un caso. Quella struttura ha voluto non solo curare ma dare anche un segnale di pace in una zona segnata da forti sofferenze e povertà, da decenni di conflitti.
Fu una scommessa per Emergency.
[[{"type":"media","view_mode":"media_large","fid":"1577436","attributes":{"alt":"","class":"media-image","height":"190","style":"float: right;","width":"480"}}]]Fu criticata per le tante risorse investite in un centro specializzato (15 mln di euro), ritenuto ‘eccessivò in un continente dove anche solo l’acqua potabile è un problema e si muore per una semplice diarrea.
«Crediamo - spiegava a suo tempo Gino Strada - che la scelta del centro di eccellenza sia la strategia giusta. È fondamentale perchè genera a sua volta risorse umane, scientifiche e materiali. Non pensiamo di coprire i bisogni ma di dare un segnale forte. Questo centro servirà l’Africa». E così è stato.
Il Centro Salam ha offerto cure a pazienti provenienti da 28 Paesi diversi. E serve ancora all’Africa: il carattere regionale del progetto ha promosso collaborazione e solidarietà tra i diversi Paesi per assicurare ai pazienti le migliori cure.
«Dieci anni dopo - commenta Emergency - siamo soddisfatti di tutta la strada che abbiamo fatto per curare malati che non avrebbero avuto altra possibilità di essere curati e per affermare un’idea: che il diritto alla cura è un diritto che spetta a ogni essere umano».
Emergency ha progettato e costruito il Centro Salam (ci sono voluti tre anni) su un’area messa a disposizione dal governo sudanese.
L’ospedale si trova sulle rive del Nilo blu, su un terreno di circa 40.000 metri quadrati. Gli edifici occupano un’ area di 12.000 metri quadrati. Nel 2013, l’ospedale ha vinto il prestigioso premio di architettura Aga Khan destinato a «edifici innovativi, che coniugano eccellenza architettonica e impatto positivo sulla qualità della vita delle comunità circostanti».
La struttura, infatti ad esempio, è dotata di un’innovativa tecnologia che impedisce alla sabbia di entrare nei reparti e nelle sale operatorie: un labirinto di tubi e un’alternarsi di aria ed acqua creano una vera e propria trappola ai granelli che si alzano dal deserto. Dal 2008 Emergency sta promuovendo un progetto umanitario per fornire assistenza sanitaria di eccellenza alle popolazioni africane e di garantire il diritto di ogni essere umano a ricevere cure gratuite e di alto livello.
Un progetto che ha dato origine, due anni dopo, all’African Nework of Medical Excellence (Anme) che coinvolge 11 paesi (come Congo, Eritrea, Ruanda, Sierra Leone, Uganda, Sudan). Il primo centro della rete è il Centro Salam a cui si aggiungerà il Centro di eccellenza in chirurgia pediatrica in costruzione ad Entebbe, in Uganda.