Mauritania, rilasciato l'italiano che fu incarcerato nel 2015
«Cristian Provvisionato è libero. Sta rientrando in Italia. Gli ho parlato. Grazie alle autorità della Mauritania. Un altro obiettivo centrato».
Lo ha annunciato nel pomeriggio il ministro degli Esteri Angelino Alfano su Twitter.
Provvisionato era stato fermato in Mauritania alla fine di agosto del 2015 ed era da allora in custodia cautelare.
Il 26 aprile Alfano aveva ricevuto Doina Coman, la madre di Cristian e le aveva confermato il massimo impegno per giungere ad una rapida soluzione della vicenda. La donna aveva poi rinnovato il suo appello, preoccupata per la salute del figlio, anche da Fiorello a Edicola Fiore.
«Dopo 21 mesi di attesa le speranze si affievolivano: adesso siamo felicissimi, provo una gioia grande, potremo riabbracciare nostro figlio dopo mesi di attesa».
Con queste parole Doina Coman, la madre di Cristian Provvisionato, ha commentato la liberazione del figlio fermato in Mauritania alla fine di agosto del 2015 e da allora fino ad oggi in custodia cautelare. Secondo quanto riferito dai famigliari, Provvisionato dovrebbe rientrare in Italia questa notte, a Roma.
«Cristian ha già preso l’aereo dalla Mauritania: dovrebbe atterrare a Roma, non vediamo l’ora di riabbracciarlo», ha spiegato Alessandra Gullo, la compagna di Provvisionato.
La donna ha avuto un breve colloquio telefonico con lui subito dopo la liberazione. «Ci siamo parlati per pochi secondi - ha raccontato - poi mi ha salutato dicendo che doveva fare subito i bagagli per partire. Dopo tanti mesi di attesa il suo pensiero era quello di andare via dalla Mauritania il prima possibile e rientrare in Italia.
Noi siamo contentissimim adesso vogliamo solo che si riposi circondato dal nostro affetto, perché è reduce da un’esperienza molto difficile».
Una gioia condivisa anche dagli amici e dai vicini di casa a Cornaredo, il paese in provincia di Milano dove vive la coppia.
I contorni della vicenda che aveva condotto all’arresto di Cristian Provvisionato in mauritania non sono chiari, il governo locale parlava di una fornitura di materiale informatico allo Stato che non sarebbe stata completa e per garantirsi avrebbe proceduto alla detenzione di un uomo sul cui coinvolgimento nell’operazione commerciale peraltro non risulterebbero riscontri concreti.