Selezioni più trasparenti Appello del difensore civico
«Sulla cultura civica è necessario coinvolgere sempre di più la popolazione».
All'appello del difensore civico Daniela Longo si è unito il presidente del Consiglio provinciale Bruno Dorigatti. Nel presentare la relazione annuale, che verrà discussa oggi in consiglio, Dorigatti ha evidenziato la necessità di ricucire il rapporto tra politica, istituzioni e popolazione, anche alla luce della scarsa partecipazione ai lavori della Consulta per la stesura del nuovo statuto di autonomia.
«C'è bisogno della riscoperta della responsabilità collettiva», ha detto. Nella relazione, il difensore civico propone alcuni esempi di mancanza di dialogo fra cittadini ed enti. In materia di salute c'è il caso dell'uomo a cui non è stata accolta la domanda di concessione dei benefici per la legge sull'assistenza del padre malato ultraottantenne, e del cittadino che ha erroneamente autodichiarato una cifra non corretta del suo reddito nella pratica per l'esenzione del ticket.
In questi casi i «no» dell'Azienda sanitaria non erano chiari. «Una maggior trasparenza - rileva il difensore civico - refluirebbe a favore della stessa azienda».
In ambito urbanistico, molti sono i problemi causati dall'intavolazione non tempestiva degli espropri. Come nel caso di un cittadino che, a 20 anni dall'esproprio di una particella da parte della Provincia, si è visto chiedere di provvedere alla manutenzione. Per quanto riguarda le aree edificabili, c'è il caso di un agricoltore che ha «subìto» l'inserimento dei propri terreni coltivati in zona produttiva: il Comune gli ha chiesto 20 mila euro quale adempimento dell'Imis.
Alcuni fascicoli hanno riguardato il lavoro, ed in particolare l'assunzione e l'assegnazione di incarichi da parte di enti parapubblici. Di una selezione, non sono stati esibiti gli atti neppure al difensore civico. «Se ne desume - si legge nella relazione - o che la selezione è stata solo apparente e che per questa ragione gli atti sono rimasti secretati. O che la selezione è stata effettuata in termini almeno formalmente approssimativi, confidando nella natura privatistica del procedimento».
Per un concorrente bocciato al colloquio finale, nonostante gli ottimi risultati ottenuti nella fase precedente, si è scoperto che mancava la graduatoria della selezione e che, quando il difensore civico ha chiesto le ragioni dell'esclusione, è emersa l'«assenza di un documento tracciabile che comprovi le ragioni della valutazione negativa». Il difensore civico a tal proposito auspica «che sarebbe assolutamente opportuno, da parte della pubblica amministrazione e degli enti locali che dispongono di propri enti strumentali o comunque parapubblici, di fornire una regolamentazione essenziale della materia».