M5S, Di Maio candidato unico Nuove tensioni nel movimento
"Ho deciso di non candidarmi a Premier del Movimento 5 Stelle. Le ragioni le spiegherò durante il mio intervento sabato prossimo a Rimini". Lo scrive il deputato M5s Alessandro Di Battista su Facebook.
"Tra poco - scrive Di Battista - si inizierà a votare e invito alla massima partecipazione. A colui che sarà candidato faccio un grande in bocca al lupo ricordandogli che avrà un compito meraviglioso: quello di portare avanti il programma votato da migliaia di iscritti. Ringrazio tutte le persone che in queste ore mi hanno scritto chiedendomi di candidarmi. È meraviglioso avere tutto questo sostegno. Allo stesso tempo sono sicuro che la mia scelta sia quella giusta. A riveder le stelle!", conclude.
Ieri serata all'Hotel Forum per Beppe Grillo, giunto a Roma verso ora di cena nel bel mezzo delle polemiche interne per le nuove regole sulle primarie per la candidatura a premier. Polemiche che Grillo dovrebbe cercare di placare domani quando potrebbe incontrare alcuni degli esponenti pentastellati. A cena, invece, l'ex comico non ha tenuto alcun incontro.
Da imbattibile super-favorito a imbattibile per assenza di avversari: è tutto in questo passaggio che si giocano, in queste ore, le primarie del M5S di Luigi Di Maio. Alle 12 di lunedì scade il termine per la presentazione delle candidatura ma, ad eccezione del vice presidente della Camera, nessuno si è fatto avanti quasi a delineare, plasticamente, il dissenso verso le regole varate per la corsa. Un dissenso che Beppe Grillo, arrivato in serata a Roma, proverà a placare incontrando, probabilmente, i "big" pentastellati.
Luigi Di Maio rompe gli indugi e sabato comunica su Facebook di accettare la candidatura a premier. Un annuncio dato ormai per scontato da diversi mesi e che arriva a meno di 48 ore dal via alla consultazione con cui la base grillina dovrà scegliere il proprio candidato per Palazzo Chigi. In attesa di conoscere i competitor di Di Maio, non mancano però le critiche da parte dei cosiddetti "ortodossi" che non apprezzano le nuove regole che consegnano la guida del movimento al candidato premier e di fatto ammorbidiscono i criteri di incompatibilità.
"Dal Movimento 5 Stelle di Beppe Grillo al Movimento 5 Stelle di Luigi Di Maio. A voi i commenti!", scrive su facebook un preoccupato Luigi Gallo facendo presente "quello che accadrà con la prossima votazione degli iscritti del M5S" indicando quali e quanti saranno i poteri del 'nuovo' capo dei 5Stelle: dall'indizione delle votazioni in rete alle regole per le candidature nazionali e locali, dalla voce in capitolo sulle sospensioni ed espulsioni di iscritti e portavoce alla cancellazione delle decisioni dei probiviri o del comitato d'appello".
E proprio sulle sospensioni interviene sarcastico il deputato grillino Riccardo Nuti: "Nuti indagato? - protesta su Fb - sospeso. Altri parlamentari M5S indagati? Non sospesi. Raggi indagata? Non sospesa. Di Maio indagato? Non sospeso e candidato premier". Critiche che non piacciono a Di Maio che precisa all'Ansa che deve stare fuori chi è indagato per "fatti gravi", cosa che non lo riguarda nemmeno da lontano. "Io - spiega infatti il vicepresidente della Camera - resto della mia idea. Chi è indagato per reati gravi non è candidabile. Se poi si è indagati come atto dovuto per una denuncia del Pd o ti becchi una querela come è accaduto a me per aver detto 'i cittadini apprezzano sempre quando una forza politica allontana chi si approfitta della stessa', è evidente a chiunque sia un minimo onesto intellettualmente che la cosa cambia, che dite?". Anche perchè, avverte, si rischia di iniziare "il gioco che dal Pd e da altri partiti ci querelano per nulla per farci fuori".
Ma di questo, come anche delle critiche che sono giunte dopo la sua decisione di candidarsi, Di Maio non sembra volersi occupare oltre. Oggi, come ha scritto su facebook, è l'ora di "completare l'opera: andiamo a Palazzo Chigi e facciamo risorgere l'Italia" annuncia non senza levarsi qualche sassolino dalle scarpe: "prima ci hanno ignorati, poi hanno passato il tempo a deriderci quindi hanno iniziato a combatterci con tutto il potere mediatico e politico che avevano a disposizione", è in sintesi il suo sfogo che però si conclude con un orgoglioso "siamo ancora qui, più forti di prima" e un gandhiano 'Prima ti ignorano, poi ti deridono, poi ti combattono. Poi vinci'".