Rosatellum e minoranze In Senato duello M5S-Svp
Il presidente del Senato Pietro Grasso ha negato il voto segreto, richiesto da Si e da M5s, sulle pregiudiziali e sulla questione sospensiva. Tanto Si, con Loredana De Petris, che M5s, con Vito Crimi e Giovanni Endrizzi, avevano chiesto di votare a scrutinio segreto solo la parte dei rispettivi documenti che riguarda le minoranze linguistiche, materia per la quale il Regolamento del Senato autorizza il voto segreto.
«Come è noto la legge elettorale in discussione al Senato, così come approvata dalla Camera, non prevede lo scorporo e i voti per i candidati nei collegi uninominali vengono conteggiati anche per l’assegnazione dei seggi nel proporzionale. Il gruppo parlamentare del Movimento 5 Stelle, con emendamenti a prima firma dei senatori Crimi, Morra e Endrizzi, propone ora che per le sole minoranze linguistiche si dovrebbe applicare un sistema di scorporo. Secondo il Movimento 5 Stelle i voti dati alle liste espressione delle minoranze linguistiche dovrebbero contare solo una volta mentre per tutti le altre liste varrebbero due volte, sia per i seggi uninominali che per quelli proporzionali. Non vi è chi non veda che ciò sarebbe estremamente penalizzante e discriminatorio e quindi palesemente incostituzionale. L’art.6 della Costituzione impone la tutela delle minoranze mentre il Movimento 5 Stelle vuole fare esattamente il contrario». È quanto afferma il senatore Karl Zeller, presidente del Gruppo per le Autonomie-Psi-Maie.
«Il Movimento Cinque Stelle - sostiene Zeller - dovrebbe spiegare ai cittadini perché crede che un voto dato a un partito espressione delle minoranze linguistiche dovrebbe valere solo la metà di un voto dato a un partito nazionale. Perché il Movimento 5 Stelle crede che i partiti espressione delle minoranze linguistiche non debbano poter concorrere per l’assegnazione dei 5 seggi assegnati nel sistema proporzionale nella Regione Trentino - Alto Adige/Südtirol?».
«È ora di porre termine all’ipocrisia ed alle mistificazioni del Movimento Cinque Stelle che si spaccia come filo autonomista e attento alle minoranze linguistiche, mentre nei fatti agisce in direzione opposta», conclude Zeller.