Trump, dopo flop Russiagate mi attaccano su ogni fronte
Trump accusa i 'Fake news media' e il "falso nuovo libro" di Michael Wolff di "attaccare ogni nuovo fronte immaginabile" dopo che la collusione con la Russia si sta rivelando a suo avviso una "bufala totale". "Bene, ora che la collusione con la Russia sta dimostrando di essere una 'bufala' totale e che l'unica collusione e' tra Hillary Clinton e l'Fbi/Russia, i Fake News Media (Mainstream) e questo falso nuovo libro stanno attaccando ogni nuovo fronte immaginabile. Dovrebbero provare a vincere una elezione. Triste!". Donald Trump si prende poi il merito dei record di Wall Street e accusa i 'Fake News media' di quasi ignorarli, sostenendo che con Obama sarebbe stata "la storia piu' grande sulla terra". "Il Dow Jones e' andato da 18.589 del 6 novembre 2016 ai 25.075 di oggi, per il record di tutti i tempi. E' balzato di 1000 punti nelle ultime 5 settimane. Il record di 1000 punti piu' veloce nella storia. Tutto grazie all'agenda Make America Great Again! Lavoro, lavoro, lavoro Creato un valore di 6000 miliardi di dollari!", twitta.
Intanto non tutte le librerie di Washington hanno ricevuto le copie di 'Fire and fury', il libro di Michael Wolff che sta imbarazzando la Casa Bianca. Ma dove è a disposizione tutti i volumi sono stati riservati in anticipo o sono andati 'bruciati' in breve tempo. E' il caso della storica libreria indipendente Kramerbooks a Dupont, dove "le 75 copie sono andate esaurite in 25 minuti", come ha riferito all'ANSA il titolare. "C'era la coda e continuano ad arrivare persone che vogliono comprarlo", ha aggiunto, evocando paragoni con il fenomeno di Harry Potter. La libreria della grande catena Barnes and Nobles ad Arlington, Virginia, a due passi dalla capitale, ha riferito che tutte le copie sono state prenotate nei giorni scorsi e che i numerosi clienti entrati oggi dovranno attendere i rifornimenti.
Trump chiamava Comey 'ratto', svela il libro di Wolff - "Ratto": questo il termine usato da Donald Trump per riferirsi a James Comey, il capo dell'Fbi da lui licenziato mentre indagava sul Russiagate, secondo 'Fire and Fury', il libro di Michael Wolff che sta imbarazzando la Casa Bianca.
Trump attacca autore 'libro falso'. 'Mai incontrato' - Donald Trump si scaglia su Twitter contro Michael Wolff, l'autore di 'Fire and Fury", il libro che sta scuotendo la Casa Bianca e che e' uscito oggi nonostante le diffide dei suoi legali: "ho autorizzato un accesso pari a Zero alla Casa Bianca (l'ho rifiutato davvero molte volte) all'autore del libro falso! Non ho mai parlato con lui per il libro. E' pieno di bugie, false rappresentazioni e fonti che non esistono". "Guardate al passato di questa persona e guardate cosa accade a lui e allo Sciatto Steve!", ha cinquettato, riferendosi anche al suo ex stratega Bannon, una delle principali fonti del libro. L'autore del libro ha sostenuto di aver intervistato anche Trump.
"Certo che ho parlato col presidente. Che abbia capito che era un'intervista o meno, non lo so, ma non era 'off the record'", è la replica di Michael Wolff che ha detto di averci parlato per tre ore. "Il 100% delle persone che lo circondano, il genero Jared Kushner, Ivanka, mettono in discussione la sua capacità di governare", ha detto alla Nbc, Wolff, autore di 'Fire and fury'. "Tutti l'hanno descritto allo stesso modo, dicono che è come un bambino. Intendono dire che ha bisogno di gratificazione immediata. Tutto ruota intorno a lui. Dicono che è un cretino, un idiota", ha aggiunto, assicurando di aver sentito fonti che affiancano Trump "ogni giorno"."La mia credibilità viene messa in dubbio da un uomo che ha meno credibilità, forse, di chiunque abbia mai camminato sulla Terra finora", ha aggiunto Wolff in un'intervista al 'Today show' di Nbc. "Quest'uomo non legge. Non ascolta. È come un flipper", ha detto, riferendosi a Trump.
Intanto dopo le sue rivelazioni su Trump e la sua famiglia l'ex stratega della Casa Bianca Steve Bannon perde il sostegno della miliardaria conservatrice Rebekah Mercer, sua principale finanziatrice e socio di minoranza di Breitbart News, il sito di estrema destra di cui Bannon è presidente. "Sto con Trump", fa sapere al Wp. Secondo fonti vicine al sito, sarebbero iniziate le discussioni sulla possibile rimozione di Bannon dalla sua carica. "Sostengo il presidente Trump e la piattaforma sulla base della quale è stato eletto", ha spiegato in un comunicato la Mercer, che non interviene quasi mai pubblicamente. "Io e la mia famiglia non comunichiamo con Steve Bannon da molti mesi e non abbiamo fornito supporto finanziario alla sua agenda politica né sosteniamo le sue recenti azioni e dichiarazioni". In passato Rebekah e suo padre avevano finanziato robustamente i progetti dell'ultraconservatore Bannon, incluso Breitbart.
Russiagate: Trump tentò evitare ricusazione Sessions - Lo scorso marzo Donald Trump diede ordini fermi al capo dell'ufficio legale della Casa Bianca, Donald F. McGahn II, di convincere l'attorney general Jeff Sessions a non ricusare se stesso nell'indagine del Dipartimento di Giustizia sulle possibili collusioni tra la campagna del tycoon e i russi. Il tentativo fallì e Trump si adirò di fronte a numerosi dirigenti della Casa Bianca affermando che aveva bisogno di un attorney general che lo proteggesse. Lo scrive il Nyt. E' uno degli episodi, rivela il giornale, che il procuratore speciale Robert Mueller ha appreso nel filone d'indagine sulla possibile ostruzione della giustizia da parte del tycoon. Davanti al suo staff Trump avrebbe detto che si aspettava che i suoi massimi dirigenti investigativi lo salvaguardassero nello stesso modo in cui credeva lo avesse fatto l'allora attorney general Robert Kennedy per suo fratello John ed Erid H. Holder jr per Barack Obama. Tra gli altri episodi, una lettera indirizzata all'allora capo dell'Fbi James Comey in cui definiva il Russiagate una indagine "fabbricata e politicamente motivata" ma i suoi collaboratori lo trattennero dall'inviare quella missiva. Mueller avrebbe comunque dichiarazioni verificate, fatte da Comey in una serie di memo, su interazioni preoccupanti del presidente prima che lo licenziasse. Il procuratore speciale avrebbe ricevuto inoltre dall'ex capo dello staff Reince Priebus note manoscritte attestanti che Trump gli parlo' di una telefonata a Comey per sollecitarlo a dire pubblicamente che lui non era sotto indagine. Mueller avrebbe esaminato anche il comunicato che il presidente dettò dall'Air Force One in risposta ad un articolo del Nyt sull'incontro alla Trump Tower tra il primogenito ed altri esponenti della campagna con emissari russi: secondo il libro "Fire and Fury" di Michael Wolff, gli avvocati di Trump ritenevano che quel comunicato fosse "un tentativo esplicito di gettare sabbia negli ingranaggi degli investigatori" e uno dei portavoce del tycoon si dimise perche' pensava fosse una ostruzione della giustizia. La determinazione di Trump a licenziare Comey innervosì più di qualcuno nell'ufficio legale, tanto da indurre uno degli avvocati della Casa Bianca a nascondergli che poteva farlo anche senza alcun motivo,come emerso da un suo approfondimento.