Islanda rischia black out per colpa dei Bitcoin
L’Islanda rischia di restare al buio a causa del Bitcoin: l’isola è una delle favorite per i server della criptovaluta e una delle preferite dai miner, ossia coloro che creano i Bitcoin risolvendo complicati calcoli per validare le transazioni tramite potenti supercomputer, i quali richiedono un enorme ammontare di corrente elettrica.
E il boom di miner ha fatto schizzare la domanda di energia elettrica, che per la prima volta ha superato i consumi privati degli islandesi e continua ad aumentare tanto che le società del settore temono di non riuscire a restare al passo con la crescita della domanda.
L’Islanda è ritenuta un posto ideale per i server e i miner del Bitcoin, il cui successo è descritto da molti come la corsa all’oro del 21° secolo. L’isola è rinomata per le sue sorgenti termali e produce l’80% della sua energia elettrica da stazioni idroelettriche. Il clima freddo è inoltre perfetto per i nuovi centri che ospitano server il cui maggior rischio è quello di surriscaldarsi.