L'appello di Matteo Renzi: noi o il caos
Il rischio «concreto» di un governo M5s-Lega. E l'appello al voto utile, alla maggioranza silenziosa che non dice di votare Pd per «non essere sommersa dagli insulti». È «al cuore» del centrosinistra che prova a parlare il Pd, a poche ore ormai da un voto da affrontare col vento contrario. «Il clima sta cambiando», assicura Matteo Renzi. E avverte i «malpancisti del centrosinistra» che non è il momento di consumare vendette o congressi: «O votate la forza tranquilla Pd, o il 5 marzo non basteranno le manifestazioni di protesta».
E Paolo Gentiloni, esibendo dati positivi del Pil, concorda: «Niente voti di ripicca. Il rischio di andare fuori strada, se non vengono confermate le forze di governo, è fortissimo».
Renzi spinge il partito, invitando a mettere la «x» solo sul simbolo Pd: «Chi vuol votare +Europa lo faccia, ma Bonino sbaglia sulla reintroduzione dell'Imu e la sanità». Gentiloni sponsorizza la coalizione e da candidato di collegio invita a mettere la «x» sul suo nome e sul simbolo di uno dei quattro partiti. Renzi oggi chiuderà la campagna elettorale a Firenze, costretto dalla neve a spostare al chiuso del teatro Obihall il comizio di piazza Michelangelo. Gentiloni manterrà il profilo istituzionale, visitando un ospedale e un centro anziani a Roma, nel suo collegio: non è blindato e non bisogna dare niente per scontato, quindi impegno fino all'ultimo anche con un messaggio video («Le chiedo di darmi fiducia», dice agli elettori).
Segretario e premier però negano divergenze e invitano al gioco di squadra per portare a casa il risultato di essere primo gruppo parlamentare. «Il Pd è unito, non consentiamo ad alcuno di giocare sulle nostre divisioni», dice Gentiloni, ieri in Sicilia, che di fronte agli endorsement di Prodi, Veltroni, Napolitano e da ultimo Enrico Letta, si schernisce: «Io tengo i piedi per terra. Loro sono in campo perché si rendono conto che la sfida è importantissima». Qualunque sia il risultato, dichiara dalla minoranza Michele Emiliano, «la segreteria di Renzi non deve essere messa in discussione». E Renzi: «Chiunque del Pd sarà incaricato dal presidente della Repubblica avrà il mio sostegno. Io e Gentiloni non litigheremo mai: chi vive queste elezioni come primarie interne non ha capito che rischiamo di svegliarci con una maggioranza di estremisti, col governo M5s-Lega», spiega in una «maratona» mediatica, attaccando il M5s.
Renzi denuncia una campagna di odio contro gli elettori Pd, promette le misure per le famiglie come priorità in caso di governo e afferma che dallo sblocco del turn over nella P.a. deriveranno 400mila assunzioni in cinque anni. Quanto al futuro governo, il mantra è il no a un esecutivo con gli estremisti: piuttosto l'opposizione, dichiara. Ma aggiunge che il Pd ascolterà la proposta del presidente della Repubblica. Tra i Dem Matteo Orfini rilancia l'ipotesi di una proroga del governo Gentiloni per poi tornare alle urne, in caso di stallo. Ma nel Pd sugli scenari del dopo nessuno si sbilancia. Non fareste neanche un accordo con Fi?, domandano a Gentiloni. «Berlusconi sta in uno strano connubio con forze estremiste e populisti che è un unicum europeo. Io non posso che rammaricarmi». Ma dall'Europa il vicepresidente della commissione Katainen si dice fiducioso che «l'Italia possa mantenere la stabilità», evitando polemiche europee.