Esorcismi su minorenne, interrogato anche il vescovo
Il vescovo di Aversa, mons. Angelo Spinillo, è stato interrogato per oltre cinque ore dai magistrati di Santa Maria Capua Vetere (Caserta) in veste di persona informata sui fatti. Accompagnato dal legale Alfonso Quarto, il prelato ha risposto a domande relative alla vicenda del sacerdote della Diocesi aversana Michele Barone, in servizio a Casapesenna al santuario «Mia Madonna Mia Salvezza», finito in carcere il 23 febbraio scorso con l’accusa di maltrattamenti e abusi sessuali ai danni di tre donne, tra cui una minore di 13 anni, cui avrebbe fatto credere di essere possedute in modo da poter abusare di loro; anche i genitori di quest’ultima sono stati arrestati per non aver impedito gli abusi, ma ieri sono tornati in libertà dopo dieci giorni di domiciliari.
Una vicenda divenuta nota al grande pubblico grazie ad un servizio de Le Iene di inizio febbraio, ma su cui la Procura diretta da Maria Antonietta Troncone indagava già da qualche mese. Spinillo doveva soprattutto spiegare cosa la sua Diocesi abbia effettivamente fatto per fermare don Michele, e se sia stata esercitata qualche forma di pressione sulla sorella della 13enne, che per prima ha denunciato il caso alla Polizia (ottobre 2017) e alle Iene, affinchè ritirasse la denuncia.
Bocche cucite in Procura sul contenuto del colloquio.
Il Procuratore Maria Antonietta Troncone si è limitata ad affermare che «l’attività investigativa è in pieno svolgimento, e non è finita all’aeroporto di Capodichino - qui sono stati fermati Don Michele Barone e i genitori di una delle vittime - dove siamo dovuti intervenire a garanzia delle vittime. Si può dire che la parte rilevante dell’inchiesta è iniziata da lì.
Stiamo facendo tutto quello che serve per ricostruire un quadro completo della vicenda». Se da un lato don Michele ha sempre sostenuto che la Diocesi sapeva dei suoi riti e li aveva autorizzati, monsignor Spinillo ha invece affermato il contrario, ovvero che la Diocesi ha adottato tutti i provvedimenti necessari una volta appreso che le sedute di preghiera di don Michele, che aveva creato un gruppo di fedeli molto affiatato, erano in realtà sedute in cui si praticavano riti antichi e assolutamente vietati a quei sacerdoti, come appunto don Michele, che non sono muniti di espressa autorizzazione della Chiesa.
Spinillo ha ripercorso le tappe dell’intervento diocesano, dal primo ammonimento comminato a don Michele nel mese di dicembre scorso, alla sospensione di sei mesi dall’ufficio disposta il 16 febbraio, dopo il servizio de Le Iene. Non sarebbero state esercitate pressioni sulla sorella della vittima, ha detto Spinillo, che in un video diffuso dalle Iene, viene ripreso mentre è a colloquio con la donna e le dice di «lasciar correre»; espressione questa che secondo il Vescovo non era riferita alla denuncia.