Salvini torna a Trento, la campagna continua L'obiettivo ora è conquistare la Provincia
Non c’è neppure il tempo di riprendere fiato, perché la posta in palio è troppo grossa e la Lega sente che questa può essere davvero la volta buona.
E così, dopo essere riuscita a portare a Roma ben cinque deputati trentini del Carroccio ed essere stata determinante per l’elezione dei tre senatori della coalizione - due di Forza Italia e uno di Fratelli d’Italia - ora la Lega punta al boccone più prelibato: la conquista della Provincia alle elezioni di ottobre.
Per questo non ci si può fermare ora che la Lega è il primo partito a livello provinciale, con il suo 27%. E Matteo Salvini proprio per questo dopodomani sarà di nuovo in Trentino. Viene per dire agli elettori: «Grazie!». Ma soprattutto, per battere il ferro finché è caldo.
«Sarà un avviso di sfratto a Rossi» dice sornione Alessandro Savoi, il presidente della Lega Nord Trentino, che dal 10 aprile subentrerà in consiglio provinciale a Maurizio Fugatti, segretario del partito che è tra gli eletti alla Camera.
Il leader della Lega, che queste elezioni hanno incoronato anche leader del centrodestra, torna in Trentino da vincitore indiscusso e questa volta per lui non ci sarà ad accoglierlo la sala striminzita dell’Istituto don Milani di Pergine, che in campagna elettorale si era rivelata essere di gran lunga sottostimata, visto che i leghisti trentini a un certo punto hanno dovuto mandare via la gente che non ci entrava più, tanto la sala era piena; così come sottostimato è stato il risultato elettorale.
Questa volta Salvini parlerà a Trento, giovedì alle 20.30, nella grande sala della cooperazione, circondato dai cinque nuovi parlamentari leghisti e da quelli del centrodestra, dalle forze politiche della coalizione e dalle civiche, come Agire di Claudio Cia o Autonomisti popolari di Kaswalder, che hanno dato una mano per questo risultato auspicato ma inatteso in queste dimensioni anche dalla stessa Lega Nord Trentino.
D’altronde, la rotta ora è segnata. Salvini lo ha detto chiaro già nel suo comizio elettorale a Pergine dell’11 febbraio scorso: «In Trentino faremo la storia, prima il 4 marzo e poi in autunno alle elezioni provinciali, quando saremo forza di traino di tutto il centrodestra allargato alle civiche vere. A Roma e in Trentino la sinistra ha fatto il suo tempo». Il primo obiettivo è stato raggiunto. E ora la Lega punta dritta al secondo.
Il presidente Savoi ieri era a Milano alla riunione del consiglio federale della Lega per l’analisi del voto: «Salvini si è complimentato davanti a tutti per il risultato del Trentino, che a differenza del Veneto e della Lombardia, non si prevedeva in queste dimensioni. È stata una grande soddisfazione per noi e per questo ha annunciato di venire qui prima che in altre regioni del Nord per ringraziare gli elettori».
E in vista delle elezioni provinciali di ottobre Savoi si toglie anche qualche sassolino dalla scarpa riguardo alla posizione del senatore uscente non ricandidato Sergio Divina. «Non si è visto in campagna elettorale - dichiara il presidente provinciale della Lega - neppure a Pergine quando è venuto Salvini. Ha fatto la guerra e contestato Fugatti per come ha ridotto il partito: ecco come l’ha ridotto. Ha portato cinque leghisti trentini in Parlamento».
«Posso dire fin d’ora - ammonisce Savoi - che Divina non sarà candidato con la Lega alle prossime elezioni provinciali. Dalla Lega ha avuto molto in questi 25 anni come consigliere provinciale e poi senatore: dovrebbe solo ringraziare».
Savoi sostiene, per altro, che la Lega non teme di veder ridimensionato il suo consenso alle elezioni provinciali, come prevede invece il presidente Rossi, e dice: «Noi a differenza dei 5 Stelle, che non hanno quasi nessuno sul territorio, abbiamo 30 sezioni in tutte le valli e un migliaio di iscritti militanti. Ci siamo e stiamo già tornando in questi giorni con gli eletti dove siamo passati in campagna elettorale per ringraziare e dire che continueremo a esserci. Da sabato poi riprenderemo con i gazebo nei mercati e nelle piazze e sarà così fino ad ottobre. Non ci fermiamo, tra i nostri militanti abbiamo persone competenti, e pensiamo che, se non faremo errori, gli elettori ci confermeranno la fiducia anche per il governo del Trentino».