Civettini furioso per il veto posto da Fugatti
Claudio Civettini è furibondo. Dopo il veto posto dal candidato presidente del centrodestra popolare autonomista Maurizio Fugatti sul suo nome, il consigliere provinciale della Civica Trentina si rimette alla decisione del direttivo del partito, che si riunirà questa mattina. «Una cosa è certa, io parteciperò alle elezioni» ha detto ieri nel suo ufficio dove si è presentato «volutamente da solo». Certo l’assenza di altri esponenti della compagine fondata da Rodolfo Borga è apparsa significativa.
«Ma la gente - va a ripetere Civettini - è con me. Solo questa mattina ho ricevuto 700 messaggi di solidarietà». Per il direttivo, la decisione è tra sacrificare Civettini per correre assieme agli alleati della coalizione o andare da soli per salvare il consigliere e le preferenze personali che porta in dote: «Alle elezioni del 2013 con la Lega avevo raccolto quasi 1.500 voti, mentre Alessandro Savoi si era fermato a 800. E questo aveva dato fastidio. Un anno dopo sono uscito dal Carroccio perché in occasione del congresso avevo sostenuto Sergio Divina, sconfitto da Fugatti».
La palla passa dunque ai vertici del partito. Intanto Civettini ha già pronto un piano B: da tempo ha infatti avviato dei contatti con Mauro Ottobre, candidato presidente di «Autonomia Dinamica» che sarebbe pronto ad accoglierlo.
In una nota diffusa nel pomeriggio, il presidente della Civica, Borga, ha espresso la «stima personale e politica nei confronti del consigliere provinciale e regionale Claudio Civettini, per l’importante lavoro svolto dentro e fuori dall’aula». Nel suo comunicato ha anche usato una formula dal sapore dello zuccherino da somministrare prima di una brutta notizia in arrivo: «Alla luce delle capacità da lui dimostrate, il direttivo di Civica Trentina valuterà, sentiti i candidati, come meglio valorizzare per il movimento e per il Trentino, la passione politica e la professionalità sempre dimostrate da Civettini». Un ruolo - vien da ipotizzare - fuori dalla lista.
Certo il consigliere provinciale uscente non si arrende e confida in una forzatura da parte del suo partito: «Per sua natura un candidato presidente dovrebbe unire, non fare selezione. È chiaro che questa decisione sia stata imposta dal consiglio della Lega, sfiduciando di fatto il segretario Mirko Bisesti che con me in questa sede ha condotto la trattativa e mi ha invitato a casa sua per decidere il possibile candidato presidente della coalizione».
Fugatti al tavolo del centrodestra ha giustificato il veto su Civettini parlando di una decisione legata ai rapporti di fiducia tra alleati. Ecco dunque che il consigliere defenestrato ricorda la propria produttività in aula in termini di interrogazioni, mozioni e 5 disegni di legge approvati: «La questione è squisitamente personale, e tengo a sottolineare che ho sempre versato alla Lega le quote richieste, finché sono passato alla Civica. Poi non ho pagato nulla, questo è ovvio. Prendo comunque atto della sindrome di onnipotenza che ha colpito Fugatti: invece di discutere del programma per 20 giorni sul tavolo della coalizione si è parlato solo di me. Questo mi onora, perché mi ha regalato un’immagine di anti-Fugatti».
Al candidato presidente del centrodestra lancia dunque un’altra frecciata: «Mi interrogo sull’opportunità che un sottosegretario e tre onorevoli (Zanotelli, Segnana e Cattoi, ndr) per il prossimo mese possano girare il Trentino per la campagna elettorale invece di lavorare per il Paese in Parlamento, pur percependo ricche indennità».
Oggi arriverà dunque la decisione del direttivo del partito: «In base al verdetto deciderò il da farsi. Di certo io parteciperò alle elezioni». Con la Civica o con Autonomia Dinamica.
IL CASO GIACOMO BEZZI
La lista «Udc con Fugatti» si presenta ufficialmente questa mattina in Bondone alla presenza del coordinatore Sandro Abram e del capolista Giacomo Bezzi. Si tratta di una lista che - come ha spiegato lo stesso Bezzi all'Adige, attirando le ire degli alleati - vuole essere «garante per frenare gli eccessi leghisti e valorizzare il volontariato e il sociale». Parole che hanno fatto scattare un richiamo da parte del segretario del Carroccio Mirko Bisesti.
«La nostra lista ? evidenzia il commissario dell'Udc Andrea Brocoli - ha intrapreso un percorso valoriale, moderato, centro del centro, con una lista delle competenze e del buon senso. Crediamo nei partiti di ispirazione cristiana, collocandoci al centro dei problemi. Il nostro progetto ha avuto il punto di attrazione nella Lega, alla quale l'Unione di Centro ha dato da subito, un approccio di leale fedeltà di scelta sul nome del candidato presidente Maurizio Fugatti e della progettualità della coalizione». Brocoli sottolinea inoltre che il partito non intende «rinunciare alla propria storia, di cattolicesimo sociale, legato ad un Dna di sobrietà, sussidiarietà, sostenibilità economica, solidarietà e senso del limite». Tra i nomi che figurano nella lista coordinata da Abram figurano ? tra gli altri - Bezzi, Brocoli, Stefano De Luca, Matteo Masè, Ugo Bertoldi, Cristina Moser, Nicola Pesca, Cristina Turri e Cesare Agnello.
«Dispiace che l'Udc stia regalando un posto a un personaggio come Bezzi» è l'(ennesimo) affondo arrivato ieri dalla coordinatrice regionale di Forza Italia Michaela Biancofiore: «Bezzi insulta tutti ed aveva detto persino che Berlusconi avrebbe dovuto prendermi a calci nel sedere. Pensi che fino a due settimane fa mi chiedeva di essere inserito nella lista di Forza Italia». E aggiunge: «Dispiace che venga buttato fuori Civettini semplicemente per alcuni screzi a livello personale, mentre può rimanere chi tenta di inficiare l'azione della Lega in Trentino». Biancofiore ricorda poi il «patto d'onore tradito» da Bezzi sul versamento di 800 euro al mese: «Nell'ultimo anno non è arrivato nemmeno un euro, mentre nel periodo precedente ha versato la metà per via delle spese legali sostenute nell'ambito del caso legato alle firme false autenticate».
Il capolista dell'«Udc con Fugatti» non ha nascosto di pensare ad un suo impegno in una eventuale giunta provinciale Fugatti occupandosi di welfare e sociale. «Ma mettere Bezzi al welfare sarebbe come mettere Dracula all'Avis - tuona Biancofiore -. Trovo indecente, qualora Bezzi ne capisca il significato, che si permetta di fare campagna elettorale sui più bisognosi, magari nascondendo la Porsche in garage o pontificando da qualche atollo delle Canarie. La Lega dovrebbe mettere il veto su di lui che già si autoproclama assessore attaccando paradossalmente proprio il partito di Salvini e Fugatti che gli sta facendo da autobus, come facemmo ingenuamente anche noi nel 2013. Bezzi notoriamente non porta un voto ma ne fa perdere tanti».