Di Maio attacca: «I media e l'Ue vogliono far cadere il governo»
C'è un tentativo di «far cadere il nostro governo il prima possibile», dietro l'avviso di bocciatura della manovra M5s-Lega. Artefici: il «sistema europeo», il «sistema mediatico» e le opposizioni, che «tifano» per «lo spread e il default dell'Italia». È questo l'atto di accusa con cui Luigi Di Maio fortifica la sua trincea, alla vigilia di due settimane decisive per la composizione della legge di bilancio. Fissata l'asticella del 2,4% di deficit, resta il nodo delle coperture e una trattativa tutta interna alla maggioranza su come comporre le singole misure. Dovrebbe svolgersi domani una riunione per scrivere la risoluzione di maggioranza sulla nota di aggiornamento al Def, da votare in aula giovedì. Il partito della «prudenza», numeroso soprattutto nella Lega, vorrebbe inserire lì una rassicurazione per l'Ue. Ma la partita si giocherà soprattutto sulla legge di bilancio, da varare entro metà ottobre, ma ancora in gran parte da definire. M5s spinge le sue misure. Ma la Lega vuole evitare di scontentare le imprese del Nord, sua prima base elettorale. E lavora non solo per rendere il reddito di cittadinanza il meno «assistenziale» possibile, ma anche per limitare gli effetti «iniqui» della pensione di cittadinanza ed evitare ricadute come quelle emerse in alcune simulazioni, secondo cui sarebbe negativo il saldo tra abolizione di Iri e Ace e introduzione della flat tax al 15% per le piccole partite Iva e mini-Ires. I sindacati sono molto critici e non escludono mobilitazioni. Confindustria appare assai preoccupata. E se sui mercati - riaprono oggi dopo la lettera della Commissione Ue che avverte su una possibile bocciatura - le cose volgessero al peggio, il rischio è, osserva un parlamentare pentastellato, che qualche timore faccia breccia anche nell'opinione pubblica. È perciò direttamente alla piazza che si rivolge Di Maio. Da Potenza, dov'è in campagna elettorale per le regionali, assicura che «gli attacchi di media e Ue sono riusciti nel miracolo di compattare» M5s e Lega, due partiti che correranno separati alle elezioni. E aggiunge che l'Ue non sarà un problema, perché «alle europee di maggio ci sarà un terremoto politico»: vinceranno i partiti populisti e sovranisti, «cambieranno ogni regola» e così «aiuteranno» il governo italiano ad andare avanti come deciso.
Il leader M5s, che torna ad attaccare la stampa, assicura che «i mercati vogliono più bene all'Italia dell'Ue» e festeggia la sconfitta del commissario Dombrovskis nella sua Lettonia come «la fine di un'idea di Europa dei numerini e dell'austerity». Quanto alla manovra, il vicepremier anticipa che il reddito di cittadinanza potrebbe arrivare via decreto, perché sia subito operativo. E spiega che parte dell'assegno potrebbe trasferirsi all'impresa che assume, come sgravio alla formazione. Annuncia che a «quota 100» si accompagnerà un turn over «1 a 2» nelle partecipate pubbliche. E promette «15 miliardi di investimenti». Infine, lancia una misura a forte impronta pentastellata: «Una norma della manovra fermerà i trasferimenti alle Regioni ordinarie per i vitalizi»: o li aboliscono o se li pagano.
Secondo il presidente dell'Ordine dei giornalisti, Carlo Verna, dopo le parole di Di Maio contro i giornali è «emergenza libertà di stampa», mentre il sottosegretario con delega all'Editoria, Vito Crimi, propone di abolire l'Ordine per «liberare la professione».