Cucchi, carabiniere accusa colleghi «Era a terra, calci alla testa»
Colpo di scena al processo che vede cinque carabinieri imputati per la morte di Stefano Cucchi. Il pm Giovanni Musarò ha reso noto che uno dei militari imputati, Francesco Tedesco, ha ricostruito i fatti di quella notte e ha «chiamato in causa» due dei militari imputati per il pestaggio.
Soddisfatto il legale di Tedesco: «Oggi un riscatto per il mio assistito e per l’intera Arma dei Carabinierì. Mentre per la sorella di Cucchi Ilaria «il muro è stato abbattuto. Ora sappiamo e saranno in tanti a dover chiedere scusa a Stefano e alla famiglia Cucchi».
«In sintesi - ha spiegato il pm - ha ricostruito i fatti di quella notte e chiamato in causa gli altri imputati: Mandolini, da lui informato; D’Alessandro e Di Bernardo, quali autori del pestaggio; Nicolardi quando si è recato in Corte d’Assise, già sapeva tutto». I successivi riscontri della procura hanno portato a verificare che «è stata redatta una notazione di servizio - ha detto il pm - che è stata sottratta e il comandante di stazione dell’epoca non ha saputo spiegare la mancanza».
Sotto processo ci sono Alessio Di Bernardo, Raffaele D’Alessandro e Francesco Tedesco, tutti imputati di omicidio preterintenzionale e abuso di autorità, Roberto Mandolini di calunnia e falso, e Vincenzo Nicolardi di calunnia.
«Gli dissi ‘basta, che c...fate, non vi permettete». Queste le parole che Francesco Tedesco disse ai suoi colleghi carabinieri Di Bernardo e D’Alessandro (anche loro imputati come lui di omicidio preterintenzionale, ndr) mentre uno «colpiva Cucchi con uno schiaffo violento in volto» e l’altro «gli dava un forte calcio con la punta del piede». È quanto si legge nel verbale di interrogatorio di Tedesco del 9 luglio 2018.
«Fu un’azione combinata, Cucchi prima iniziò a perdere l’equilibrio per il calcio di D’Alessandro poi ci fu la violenta spinta di Di Bernardo che gli fede perdere l’equilibrio provocandone una violenta caduta sul bacino. Anche la successiva botta alla testa fu violenta, ricordo di avere sentito il rumore». Così Francesco Tedesco, accusando i carabinieri D’Alessandro e Di Bernardo, descrive le fasi del pestaggio di Cucchi nel verbale. «Spinsi Di Bernardo - aggiunge Tedesco - ma D’Alessandro colpì con un calcio in faccia Cucchi mentre questi era sdraiato a terra».