Giunta delle elezioni: l'eleggibilità di Fugatti e sette consiglieri sotto esame
La neonata «Giunta per le elezioni», ovvero l’organo del Consiglio provinciale che deve ratificare l’eleggibilità dei consiglieri espressi dalle urne a ottobre, è alle prese con molti casi da analizzare. In particolare, ci sono due posizioni: quella del presidente della giunta Fugatti (fu eletto presidente mentre era ancora Sottosegretario alla Sanità del governo, e su questo è pendente anche u nricorso giudiziario), e quella di altri sette consiglieri, di cui vanno verificate le posizioni in associazioni o società commerciali che hanno o avranno accesso a contributi provinciali.
Si tratta di una semplice verifica di compatibilità, ma ovviamente la cosa scatena tensioni e critiche. Le posizioni di presunta incompatibilità sono tutte da verificare e nessuno è «accusato» di niente. Ma le letture sono discordanti. Ad esempio, oggi è saltato su il consigliere leghista Alessandro Savoi con un comunicato stampa in cui conclude che la Lega ha vinto e «la sinistra non si rassegna». Che c’entra? C’entra perché molte delle posizioni in verifica sono di leghisti, da Fugatti allo stesso Savoi (in quanto presidente di società sportiva).
Scrive Savoi: «Ci tengo inoltre a precisare che io da ben 25 anni sono Presidente di un’associazione sportiva e mai sono state sollevate obiezioni a riguardo così come è avvenuto nella giornata di ieri.
Ricordo che già nel 2008, quando venni eletto per la prima volta, e anche nell’aprile 2018, quando sono subentrato a Maurizio Fugatti in quanto eletto parlamentare a Roma, ho consegnato lo statuto della società e la giunta delle elezioni in entrambi i casi aveva tranquillamente convalidato la mia elezione a Consigliere provinciale. Non si capisce quindi come si siano verificati problemi ora, visto che a novembre 2018 avevo presentato normalmente tutta la documentazione richiesta dal Consiglio provinciale, ivi compreso lo statuto dell’associazione sportiva di cui sono Presidente. Forse qualcuno ha paura che la Lega governi il Trentino e ridia dignità a un popolo».
E gli altri? La Commissione avrebbe sotto esame le posizioni dello stesso presidente Roberto Paccher (Lega), oltre ai consiglieri Ivano Job (Lega), Giorgio Leonardi (Forza Italia), Pietro De Godenz (Upt), Alessia Ambrosi (Lega) e Savoi, i primi per ruoli ricoperti all’interno di società economiche e gli ultimi due per la presenza nei vertici di alcune associazioni sportive. Ma oltre ad alcuni membri del Consiglio, e al presidente Fugatti, tra i nomi sub judice compare anche quello di un esponente della giunta provinciale: Roberto Failoni.
Infine, ciliegina sulla torta, la denuncia del consigliere Paolo Ghezzi (Futura), che fa parte della Commissione: «Ci pare strano che l’ufficio stampa del Consiglio Provinciale, sempre solerte in quant oa trasparenza, abbia avuto l’ordine di scrivere un comunicato sui lavori della Commissione omettendo i nomi dei consiglieri in esame. Il presidente Paccher - afferma Ghezzi - ha già preannunciato l’intenzione di “silenziare” anche le prossime sedute della giunta delle elezioni. Io esprimo il mio dissenso sul metodo: il Consiglio provinciale, con i suoi organi, dev’essere una “casa di vetro”. Non abbiamo (non dobbiamo, non possiamo avere) nulla da nascondere, da celare, da velare».
Sulla eleggibilità di Fugatti, in particolare, vi sarebbe stato uno scontro in Commissione, che ha visto il consigliere 5 Stelle Alex Marini chiedere un ulteriori approfondimenti giuridici con pareri esterni; ma Paccher ha sorvolato sul punto, limitandosi a rinviare il tutto al servizio legislativo del Consiglio provinciale». Una fretta che Marini e Ghezzi condannano, anche alla luce della dichiarazione del consigliere Mattia Gottardi che ha chiesto «tempi rapidi nell’istruttoria relativa alla candidatura di Fugatti». Ben sapendo che vi sarà comunque un pronunciamento della Procura della Repubblica in sede giudiziaria.