Rivoluzione del sistema scolastico: meno alunni per classe, più autonomia e il Clil che passa da 3 a 1 ora settimanale
Nella seduta odierna la Giunta provinciale - oltre a numerosi altri provvedimenti - ha approvato due delibere che fissano i criteri per la formazione delle classi e la determinazione dell’organico del personale docente, nel primo e nel secondo ciclo di istruzione, per l’anno scolastico 2019/2020.
Come spiega il comunicato stampa finale «Entrambe i provvedimenti introducono delle novità relativamente alla formazioni delle classi, in un’ottica di contenimento della popolosità, a vantaggio di una maggiore qualità didattica. Viene inoltre garantita maggiore autonomia e flessibilità organizzativa alle scuole».
Quindi «Un numero massimo di 25 studenti per classe, che scende a 23 se nella classe sono presenti studenti con bisogni educativi speciali certificati ai sensi della legge 104, è questa una delle maggiori novità che riguardano sia il primo che il secondo ciclo della scuola trentina, per il prossimo anno scolastico».
«Nello specifico - spiega il comunicato - per la scuola primaria particolare attenzione viene dedicata alle scuole di periferia attraverso l’abbassamento del numero di studenti che genera pluriclassi, che passa da 60 a 50 studenti, incrementando così il numero di classi e conseguentemente la dotazione organica.
Per ciò che concerne il secondo ciclo d’istruzione invece nella formazione delle classi articolate (tra più indirizzi) l’unico limite da rispettare è il 30% degli insegnamenti comuni, mentre il numero minimo dei componenti è stato eliminato».
Un’altra novità è rappresentata dalla creazione di una nuova categoria di organico denominata “Organico funzionale dell’autonomia” che «garantisce alle istituzioni scolastiche una capacità organizzativa autonoma e flessibile, al fine di assicurare il miglior presidio delle funzioni specifiche, che in particolare riguardano la programmazione pedagogico-didattica, l’esonero dalla funzione docente per attività organizzativa, l’animatore digitale e l’intercultura».
Infine, il nodo Clil. Per il comunicato stampa «in tema di apprendimento delle lingue straniere, viene confermato dalla Giunta l’interesse ad investire in una competenza così strategica coinvolgendo maggiormente le scuole nell’articolazione della proposta formativa e garantendo loro maggiore autonomia e flessibilità organizzativa. Ad esempio ciò significa che, per svolgere attività Clil nella scuola secondaria di primo grado non ci sono più 3 ore obbligatorie, ma 1, fermo restando che rimane in capo ai dirigenti scolastici la facoltà di utilizzare le altre 2 ore per la stessa metodologia o, viceversa, per altre attività come i laboratori didattici, i progetti interdisciplinari, le settimane intensive e le esperienze di internazionalizzazione».