Concessione A22, intesa vicina Ma Fugatti rimane cauto
Accordo raggiunto, tra il ministro Danilo Toninelli e Arno Kompatscher, per la nuova concessione di A22. Il presidente della Regione si dice soddisfatto, il governatore trentino, Maurizio Fugatti , resta invece cauto. Ora è una questione di prezzo, di come, quando e a quale valore saranno liquidati i quattro soci privati di Autostrada del Brennero spa, che detengono il 14,1575% del capitale: Serenissima Partecipazioni ( 4,2327% ) controllata da A4 Holding, acquisita da Atlantia di Autostrade per l'Italia (famiglia Benetton), Condotte ( 0,1% ), Banco Popolare ( 1,9973% ) e Infrastrutture Cis ( 7,8275% ).
Sono stati due giorni di intense trattative. Alla fine, dallo schema di accordo che dovrebbe essere sottoposto al Cipe a metà mese, sparisce il riferimento alla clausola di risoluzione in caso di mancata intesa con i privati e ogni riferimento temporale. La clausola di salvaguardia era il paracadute chiesto dai sedici soci pubblici territoriali, che il ministro Toninelli, con l'ennesimo ultimatum lanciato nei giorni scorsi, ha voluto cancellare.
Da capire, ora, se la eliminazione di tale clausola darà più forza ai privati nella trattativa per l'uscita da Autobrennero. Kompatscher è convinto non sia così: «Sono soddisfatto. Abbiamo concordato una formula che ci permette di non essere ricattabili dai privati. Se nel breve tempo, anche meno di 3-4 mesi, non si trova un accordo con i privati per l'uscita da Autobrennero, si farà una newco». Vuol dire rimettere in pista la costituenda Brenner Corridor. Che però è un'operazione complessa, perché servono almeno 300 milioni di capitale per partire (e dove li trovano Province, Comuni e Camere di commercio socie di Autobrennero?), e c'è da gestire il passaggio del ramo di azienda da Autobrennero, con le relative perizie di stima ed i tempi (lunghi) necessari. Kompatscher si sente garantito anche sul tema dei 164 milioni di extraprofitti (utili accumulati in regime di proroga dall'1 maggio 2014, ndr): «C'è l'impegno politico del governo a restituirli ai territori in caso di soccombenza al Tar nei confronti dell'erario».
Se ci sarà l'ok del Cipe, previo passaggio all'Art (Autorità di regolazione dei trasporti), poi sull'accordo di cooperazione che evita la messa a gara della concessione trentennale servirà il parere della Corte dei conti, quindi il Decreto interministeriale (economia e finanze, più infrastrutture e trasporti). Realisticamente, lo sblocco della concessione potrebbe esserci in autunno.
Nel frattempo, appunto, vanno liquidati i privati. «Credo che in un paio di riunioni un'intesa sul prezzo la troveremo» dice Kompatscher, fiducioso. Che è pure convinto che entro un anno si possa introdurre la tariffa ambientale: «È più facile del previsto» dice «in ogni caso i soci sono garantiti dalla possibilità di utilizzare gli accantonamenti futuri del Fondo ferrovia per finanziare le opere intermodali».
Questione di prezzo, dunque. «Con l'aiuto degli advisor troveremo un'intesa» assicura il presidente della Regione. Gli advisor sono Intermonte per Autobrennero, Equita sim per i soci privati. Si è parlato di un valore tra i 150 e i 200 milioni di euro. «Non dico nulla per non influenzare la trattativa. Ma se si rapportano le quote private al valore patrimoniale non si sbaglia di molto» dice Kompatscher. Autobrennero, a fine 2018, aveva un patrimonio netto di 810,4 milioni e accantonato 688 milioni per il Fondo ferrovia. Su cui, anche, i privati vogliono mettere le mani. Ma fino al 30 aprile 2014 era un fondo per legge vincolato al finanziamento della galleria del Brennero e delle tratte di accesso.
All'epoca ammontava a 550 milioni . Ed i soci pubblici di Autobrennero sono straconvinti che questo sia patrimonio indisponibile, su cui i privati nulla possono vantare. In ogni caso, per utlizzare il Fondo ferrovia - sia per liquidarlo in parte ai privati, sia per anticipare i proventi della futura tariffa ambientale - sarebbe necessaria una modifica della legge istitutiva 449 del 1997. Nella lettera inviata al Mit da Kompatscher, si rimanda all'intesa con tutti gli enti: giunte, consigli comunali, consigli camerali saranno chiamati nei prossimi mesi ad esprimersi formalmente.
Che ne dice Fugatti? «Sono moderatamente ottimista. Ma vediamo cosa dirà il ministero. Io resto cauto» dice il governatore trentino, marcando la differenza rispetto alla soddisfazione di Kompatscher «È una partita importante, non facile da chiudere». Con la eliminazione della clausola di salvaguardia si dà più potere ai privati da liquidare? «Questo è da interpretare e da vedere» risponde Fugatti. Prudenza, appunto.