Presunti fondi russi alla Lega L'inchiesa si allarga
Fa un passo avanti e si estende ad altri protagonisti del meeting dello scorso ottobre all’Hotel Metropol di Mosca, l’inchiesta della Procura di Milano con al centro la trattativa italo-russa sulla presunta compravendita di tre milioni di tonnellate di petrolio che avrebbe dovuto, questa è l’ipotesi, fare arrivare alla Lega 65 milioni di dollari.
Trattativa poi sfumata ma che è stata registrata in diretta da uno sconosciuto. L’audio è ora il principale atto delle indagini che persino Matteo Salvini qualche giorno fa si è augurato «facciano il loro corso in fretta» perchè nelle casse del movimento di cui è il segretario non è mai entrato nemmeno «un rublo».
Oggi infatti la Guardia di finanza, su delega dei pm Sergio Spadaro e Gaetano Ruta e del procuratore aggiunto Fabio De Pasquale, hanno perquisito gli altri due italiani che oltre a Gian Luca Savoini, il presidente dell’associazione Lombardia-Russia che risponde di corruzione internazionale, erano presenti al meeting nell’albergo di lusso moscovita. Le Fiamme Gialle si sono presentate a casa e in un deposito dove Gianluca Meranda, legale espulso nel 2015 dalla loggia massonica, ha trasferito i suoi documenti in quanto da qualche mese ha dovuto lasciare pure lo studio romano dove lavorava in quanto non pagava l’affitto. Nel corso del blitz, avvenuto alla presenza del pm Ruta e di un esponente del’Ordine degli avvocati capitolino (quindi con tutte le garanzie richieste dal caso) gli è stata notificata una informazione di garanzia.
Nel pomeriggio, inoltre, i finanzieri di Livorno hanno fatto visita a Francesco Vannucci nella sua villetta a Suvereto, un paese dell’alta Maremma, dove l’ex banchiere 62enne vive con l’anziana madre. È stato lui, ieri, a contattare l’ANSA dicendo di essere il terzo uomo italiano presente all’incontro al Metropol «in qualità di consulente esperto bancario che da anni collabora con l’avvocato Gianluca Meranda». Incontro che, a suo dire, avrebbe avuto uno scopo «prettamente professionale» e che «si è svolto nel rispetto dei canoni della deontologia commerciale. Non ci sono state situazioni diverse rispetto a quelle previste dalle normative che disciplinano i rapporti di affari».
La perquisizione nella sua abitazione è cominciata a metà pomeriggio. Dopo circa un’ora di attività all’interno della casa, i militari sono usciti all’esterno ispezionando anche il giardino, le cantine, le auto e un casotto in legno degli attrezzi posto ai margini della proprietà. Vannucci - al momento le voci sul fatto che sia stato indagato non hanno trovato conferma - ha accompagnato i militari in tutti i momenti del sopralluogo interloquendo con le loro richieste di chiarimento.
Per alcuni istanti è uscita all’esterno anche l’anziana madre che ha accompagnato una investigatrice delle Fiamme Gialle, per un sopralluogo in una rimessa della casa accessibile dall’esterno. Visionati anche i bidoni della raccolta differenziata posti sul patio della casa. Poi dopo circa una ventina di minuti, i finanzieri sono tornati dentro l’abitazione.
Mentre quindi l’indagine va avanti, approfondimenti sulla vicenda sono stati chiesti oggi dal Copasir al direttore dell’Aise, l’Agenzia per la sicurezza esterna, Luciano Carta, convocato per una audizione programmata sulla situazione libica.
Ma dopo la pubblicazione da parte di BuzzFeed dell’audio della riunione all’hotel Metropol di Mosca del 18 ottobre, ha spinto i commissari a chiedere chiarimenti sulla vicenda. A quanto si è appreso al momento non sarebbero stati ravvisati rischi per la sicurezza nazionale.