Mosca, proteste anti-Putin almeno 700 contestatori arrestati dalla polizia
Il Cremlino torna a usare il pugno di ferro contro chi lo contesta. La polizia russa questo pomeriggio ha fermato oltre mille persone scese in piazza per difendere un loro diritto fondamentale: quello di partecipare a elezioni libere.
La protesta è iniziata davanti al municipio di Mosca, in un blindatissimo viale Tverskaya. Ma gli arresti e le transenne che impedivano il passaggio hanno costretto i dimostranti a spostarsi anche nelle vie limitrofe del centro della capitale, illuminata da un caldo sole estivo.
La gente manifestava contro la decisione delle autorità di impedire la candidatura di decine di dissidenti alle elezioni comunali di Mosca in programma l’8 settembre.
«La Russia sarà libera!», urlava la folla davanti alle schiere di agenti in assetto antisommossa, che non hanno risparmiato manganellate e violenze. I feriti sono almeno sei, tra cui una donna che sanguinava vistosamente dalla testa. La polizia ha inoltre fatto irruzione nello studio tv del dissidente Navalny bloccando la diretta web delle proteste.
La repressione politica nella Russia di Putin sta assumendo un volto sempre più feroce e grottesco. Numerosi oppositori di spicco sono stati infatti arrestati poco prima della manifestazione. Tra ieri notte e stamattina, gli agenti hanno fermato Ilia Yashin, Liubov Sobol, Dmitry Gudkov, Ivan Zhdanov: tutti dissidenti a cui la Commissione elettorale non permette la candidatura. Ad alcuni di loro è stata persino perquisita la casa.
L’accusa questa volta potrebbe essere più grave della solita «organizzazione di una manifestazione non autorizzata» per la quale mercoledì il più importante trascinatore delle proteste anti-Putin, Alexiei Navalny, è stato arrestato e subito condannato a 30 giorni. Gli investigatori russi infatti hanno da poco aperto un’inchiesta su una serie di cortei per «ostruzione al lavoro delle commissioni elettorali». Le proteste per l’ammissione dei dissidenti alle elezioni quindi potrebbero costare agli organizzatori fino a cinque anni di reclusione.
I problemi economici e l’impopolare riforma delle pensioni del 2018 hanno fatto calare il consenso attorno a Putin. In Russia aumenta il malcontento e le proteste si moltiplicano. Ma l’opposizione non può approfittarne come vorrebbe perchè ha difficoltà persino a candidare i propri rappresentanti alle elezioni locali del prossimo settembre (non solo a Mosca).
Chi intende correre alle elezioni senza il sostegno di un partito presente alla Duma deve infatti raccogliere le firme del 3% dei suoi potenziali elettori: circa 5.000 per chi aspira a diventare consigliere comunale a Mosca. Molti oppositori ci sono riusciti, ma le autorità hanno respinto la candidatura di decine di loro invalidando numerose firme con dei pretesti formali.
Sabato scorso ben 22.000 persone hanno protestato a Mosca contro questo sopruso. Oggi diverse migliaia. «Non credo che questa protesta cambierà qualcosa nell’immediato», dice il giovane Aleksandr, «ma abbiamo il dovere di far sentire la nostra voce». La notizia più importante per i tg russi è però l’immersione di Putin con un batiscafo nel Golfo di Finlandia.