Comunali, Bisesti lancia la sfida «Dobbiamo vincere a Trento»
«Dobbiamo vincere le amministrative».
Mirko Bisesti ha già la mente rivolta alla primavera del prossimo anno. E sabato, durante la festa della Lega di Pinzolo, è tornato ad esortare i suoi uomini a fare di tutto per “togliere” in modo particolare Trento al centrosinistra.
Assessore, le comunali del 2020 cosa rappresentano per voi?
Il momento per radicarci definitivamente sul territorio. Un passaggio cruciale. Dopo aver fatto il pieno di consensi alle provinciali e alle europee, è fondamentale prenderci le principali città, come per l’appunto il capoluogo. A Trento l’epoca di Alessandro Andreatta è finita.
Tutti cercano i voti dei civici. Anche voi?
Sì. L’elettorato che guarda a quel mondo, al contrario di quanto sostengono i sindaci di Pergine e Rovereto, non è orientato esclusivamente verso il centrosinistra. I vari Mario Tonina, Walter Kaswalder e Mattia Gottardi rappresentano lo stesso spirito delle civiche, se non di più, di Roberto Oss Emer e Francesco Valduga.
Con Forza Italia e Fratelli d’Italia come va?
Il dialogo è continuo. L’intenzione è quella di presentarci compatti come centrodestra e magari con il valore aggiunto dei civici. Sono ottimista. Ci tengo però a sottolineare che alla Lega non interessa solo Trento, ma anche Rovereto e gli altri comuni nei quali si rinnoverà il consiglio comunale.
La crisi di governo provocata da Matteo Salvini ha disorientato una parte dei vostri elettori.
La fine anticipata dell’esecutivo non è imputabile al nostro leader. La responsabilità è del M5s, andato in tilt dopo essere stato doppiato alle europee. Da quel momento i pentastellati hanno cambiato atteggiamento e da loro sono arrivati solo no. Impossibile proseguire. La gente ha capito. Non è un caso se sabato c’è stata un’affluenza così alta alla festa di Pinzolo. Noi siamo coerenti, per questo vinciamo.
Fugatti e gli altri governatori del Nord sono preoccupati per un’Italia guidata da M5s e dal Pd. Lei pure?
Le dichiarazioni dei possibili futuri ministri sono inquietanti.
Quali?
C’è chi vuole togliere già a partire dal primo gennaio 2020, quota 100. Una follia. Grazie a questa misura, parlo da assessore all’Istruzione, in Trentino siamo riusciti a stabilizzare diversi precari. Temo inoltre che riprenderanno gli sbarchi. Le nostre politiche sul versante dell’accoglienza non cambieranno.
Vede l’Autonomia e la Valdastico a rischio?
La Valdastico così come la Tav verrà realizzata. Per quanto riguarda l’Autonomia, un sodalizio M5s-Pd non si presenta come amico di Veneto, Lombardia, Friuli Venezia Giulia e Trentino Alto-Adige.
Per alcuni consiglieri provinciali d’opposizione trentini il problema della Lega è il “salvinismo”.
Ognuno la pensi come vuole, siamo in democrazia. La loro analisi mi sembra errata e superficiale. Se “salvinismo” significa essere stati in grado di far diminuire gli sbarchi, di ridurre anche a livello locale il numero dei reati siamo orgogliosi di essere “salvinisti”. Sostenere che io e i miei colleghi subiamo dei diktat è un’assurdità. Si prenda il caso della vicenda M49: siamo stati i primi a sottolineare la necessità di avere piena autonomia sulla gestione dei grandi carnivori.
Palazzo delle Albere: come finirà la contesa tra Muse e Mart?
Entro settembre. A giorni mi incontrerò con Stefano Zecchi e Vittorio Sgarbi, i due presidenti. Troveremo una soluzione spero condivisa. La priorità numero uno resta quella di far compiere ai due musei un salto di qualità.
Ritorno agli esami di riparazione: lo considera una sua vittoria?
Ho fatto una proposta, finalizzata a premiare il merito. Molti studenti e docenti si sono dichiarati favorevoli al mio progetto. E per questo l’iter per riproporre gli esami di settembre procede spedito. Abbiamo tempo un anno.