La giunta Fugatti stoppa il monitoraggio sui rischi da esposizione ai pesticidi
La giunta Fugatti ha stoppato il monitoraggio sui rischi da esposizione ai prodotti fitosanitari.
Lo si legge nella risposta a una interrogazione del consigliere provinciale ed ex assessore alla salute, Luca Zeni.
«Nascondere la testa sotto la sabbia ed evitare un monitoraggio serio non aiuta nessuno, né la salute, né i frutticoltori», commenta il consigliere del Pd.
«Siamo di fronte ad un grave atto di omertà da parte della giunta Fugatti. Su questo tema - aggiunge - occorrono serietà e responsabilità, evitando inutili allarmismi, e fornendo a produttori e popolazione i migliori strumenti di monitoraggio».
Il consiglio provinciale il 30 dicembre 2015 ha approvato una legge, la numero 21, che all’art. 24 prevede l’attivazione di uno specifico «programma di monitoraggio delle condizioni di salute delle popolazioni esposte ai fitofarmaci», anche attraverso una collaborazione continuativa con l’Istituto Superiore di Sanità.
E’ stato quindi avviato un approfondito confronto tecnico, per elaborare una metodologia di lavoro seria e condivisa, che aveva portato alla delibera dell’Azienda sanitaria n. 525 del 25 ottobre 2018, di approvazione della convenzione con l’Istituto Superiore di Sanità, con la definizione degli aspetti giuridici, di finanziamento, e di approccio tecnico rispetto alle modalità dello studio.
Un progetto completo, che partiva dai dati esistenti, per implementare l’approfondimento sul territorio provinciale non soltanto relativamente alle patologie tumorali ma anche a quelle neurodegenerative e di tipo dismetabolico, attraverso monitoraggi ambientali e prelievi su campioni di popolazione. Il tutto su una durata di 5 anni, con un finanziamento complessivo di 888.000 euro a carico della Provincia di Trento (in allegato).
Quindi uno studio non soltanto statistico o su piccoli gruppi di persone, ma un lavoro scientificamente approfondito sotto la guida dell’Istituto Superiore di Sanità, attraverso una dettagliata convenzione condivisa con Azienda sanitaria.
L’11 ottobre 2019 il consigliere provinciale Luca Zeni presentava un’interrogazione per chiedere un aggiornamento sul monitoraggio; la risposta dell’Assessore Segnana del 10 dicembre 2019 è sconcertante. Comunica infatti che la Giunta ha deciso di sospendere (ma le modalità comunicate rappresentano una totale revisione) la convenzione con l’Istituto Superiore di Sanità, adducendo come motivazione:
1) che lo studio era troppo concentrato sulle aree vocate a meleto.
2) il comitato etico (si presume quello dell’Azienda sanitaria, si spera non quello della sezione nonesa della lega Salvini) avrebbe «manifestato forti perplessità sulla metodologia e sulla possibilità di raggiungere risultati utili ai fini della sanità pubblica».
In data 11 dicembre il consigliere Zeni ha depositato una richiesta di accesso agli atti, chiedendo copia del parere del comitato etico. A distanza di un mese non ha avuto però alcuna risposta.
«D’altronde - commenta Zeni - sarebbe incredibile se l’Azienda Sanitaria, dopo essersi confrontata per mesi con l’Istituto Superiore di Sanità, concordando nel dettaglio le modalità del monitoraggio, avesse approvato una convenzione e soltanto successivamente avesse coinvolto il proprio comitato etico. Il quale avrebbe poi sconfessato il progetto non di un comitato locale di attivisti promotori di un maggior utilizzo della carne nell’alimentazione, ma dell’Istituto Superiore di Sanità».
Secondo Zeni: «La sospensione unilaterale del monitoraggio programmato con l’Istituto Superiore di Sanità, previsto per legge, costituisce un grave atto di omertà da parte della giunta Fugatti. Su questo tema occorrono serietà e responsabilità. Significa evitare in ogni modo inutili allarmismi, fornendo a produttori e popolazione i migliori strumenti di monitoraggio. Soltanto così si può tutelare la salute ed al contempo evitare timori eccessivi. Nascondere la testa sotto la sabbia ed evitare un monitoraggio serio non aiuta nessuno, né la salute, né i frutticoltori».
Alla denuncia del suo predecessore ha replicato in serata l’assessora leghista Stefania Segnana per precisare: «Non c’è nessuna volontà di bloccare il progetto, ma al contrario di ampliarlo al fine di aumentarne la valenza scientifica».
«Il tema della possibile correlazione tra utilizzo di fitosanitari e salute della popolazione esposta riveste particolare interesse in Trentino - spiega l’assessore - data la vocazione agricola del territorio. L’ampio e diffuso utilizzo dei prodotti fitosanitari ha suscitato interesse anche nella popolazione, preoccupata in particolare per i possibili impatti sull’ambiente e sulla salute derivanti dall’uso intensivo in agricoltura di questi prodotti».
In relazione al progetto di ricerca varato alla fine della precedente legislatura che aveva come obiettivo la valutazione dell’incidenza dei rischi ambientali sullo stato di salute della popolazione residente in Trentino, va detto che di fatto tale ricerca non è mai stata avviata, perchè il Comitato etico dell’Azienda e dell’Istituto superiore di sanità, a cui è stata sottoposta, sostiene Segnana «ha manifestato forti perplessità sulla metodologia e sulla possibilità di raggiungere risultati utili ai fini della sanità pubblica, in quanto il campione di popolazione preso in esame riguardava solo persone fra i 60 ed i 70 anni ed inoltre il progetto concentrava tutte le attenzioni solo ed esclusivamente sul comparto della mela che non è sicuramente l’unico ad utilizzare prodotti fitosanitari in Trentino».
«Pertanto - sostiene Segnana - d’intesa con l’Istituto Superiore di Sanità si è proposto di riformulare il progetto con una visione strategica più ampia rispetto al precedente. Si ritiene infatti di dover considerare complessivamente la tematica “Fitofarmaci e Salute”, allargando l’indagine anche al settore vinicolo e a quello dei piccoli frutti. L’obbiettivo principale del programma – conclude Segnana – è ovviamente la salute dei cittadini in relazione all’utilizzo dei fitofarmaci, ma altri obbiettivi sono anche la verifica dell’utilizzo di questi prodotti sul territorio, la corretta distribuzione dei prodotti e le indicazioni a salvaguardia dei punti critici ed eventuali proposte di mitigazione del rischio».