Virus cinese: per l'OMS non è emergenza ma l'allerta rimane alta
L’Organizzazione mondiale della sanità non dichiara per il momento l’emergenza internazionale sulla diffusione del virus 2019-nCoV. Il comitato dell’Oms ha detto questa sera che «è troppo presto» per dichiarare un’emergenza di salute pubblica di livello internazionale perchè sono ancora pochi i casi del virus confermati al di fuori della Cina. L’Organizzazione inoltre ha annunciato che e non c’è trasmissione da uomo a uomo fuori dalla Cina.
E sembrerebbe rientrare anche il caso della donna ricoverata a Bari per sospetto coronavirus dopo essere tornata dalla Cina.
Le prima analisi, infatti, proverebbero che non si tratta del virus cinese. Le condizioni della donna sono buone.
Ma la guardia resta alta ovunque mentre misure di emergenza vengono prese in molte città della Cina dove circa20 milioni di persone restano bloccate nelle loro città. Nella Repubblica popolare, infatti, sono salite a 26 le vittime del virus 2019-nCoV, l’ultima in un’area al di fuori dell’epicentro di Wuhan. Altri casi di contagio sembrerebbero essersi verificati in Europa e sono stati segnalati in Scozia e Irlanda dove sei cittadini cinesi, arrivati con un volo da Wuhan, sono stati ricoverati per sintomi sospetti. Mentre in Francia è rientrato il caso di una donna con sintomi analoghi a quelli del virus.
Con il passare delle ore e l’aumento dei casi di contagio, arrivati a 616, a Pechino la forte preoccupazione per la diffusione dell’epidemia ha indotto le autorità ad adottare misure più drastiche: la Città Proibita è stata chiusa e tutti i festeggiamenti per il Capodanno cinese annullati. Stop alle celebrazioni anche nella regione semi-autonoma di Macao.
Venti milioni di cittadini cinesi sono coinvolti nella quarantena delle metropoli in cui abitano: dopo Wuhan, blindate anche Xianning, 2,5 milioni di abitanti, e Huanggang, sei milioni e mezzo, a 60 chilometri dalla capitale della provincia di Hubei ritenuta il focolaio del coronavirus e dove ieri sono stati bloccati tutti i trasporti pubblici, compresi treni e aerei. Le misure di sicurezza sono scattate anche a Ezhou, cittadina da 1,1 milioni di abitanti, dove le autorità hanno deciso questa mattina di bloccare ‘temporaneamentè il traffico dei treni.
Nelle città cinesi sono rimasti ‘intrappolatì anche dei cittadini italiani. In particolare una ventina, tra residenti, studenti e turisti che si trovano proprio a Wuhan, 11 milioni di abitanti. Tra gli altri Lorenzo Di Berardino, uno studente abruzzese rimasto bloccato dentro un campus universitario e che racconta all’ANSA di una città spettrale, letteralmente deserta.
Dall’altra parte del mondo, la paura del virus ha indotto il Dipartimento di Stato degli Usa ad alzare il livello di allerta da due a tre, invitando gli americani a «riconsiderare i viaggi» in Cina.
Sul versante degli scienziati, il lavoro frenetico degli ultimi giorni ha portato a nuovi elementi sull’origine dell’epidemia: il virus 2019-nCoV sembra essere arrivato all’uomo dai serpenti, serbatoio del virus, trasmesso dai pipistrelli, e si sarebbe ricombinato per poi passare agli esseri umani. La ricerca è stata condotta su campioni del virus provenienti da diverse località della Cina e da diverse specie ospiti e pubblicata sul Journal of Medical Virology da Wei Ji, Wei Wang, Xiaofang Zhao, Junjie Zai, e Xingguang Li, delle università di Pechino e Guangxi. Come è accaduto in passato con l’aviaria e la Sars, anche questa volta l’indice è puntato sui mercati di animali vivi molto comuni in Cina, dove accanto agli animali allevati, si vendono animali selvatici, come serpenti e pipistrelli. E ora è quindi chiaro che il virus 2019-nCoV è un mix di un coronavirus proveniente dai pipistrelli e di uno che arriva dai serpenti e che da questi ultimi sarebbe passato agli esseri umani, che ne hanno mangiato le carni, adattandosi al nuovo ospite e acquisendo la capacità di trasmettersi da uomo a uomo.