Virus, Trentino e Alto Adige chiedono norme ad hoc per la Fase 2 di riapertura
Dopo il presidente altoatesino, Arno Kompatscher, e la minaccia della Svp, con il segretario Philipp Achammer, di ritirare la sua collaborazione con il governo nazionale, arriva una richiesta di "maggiore autonomia per la gestione della fase 2" anche dalla Lega del Trentino, con il presidente della Provincia autonoma di Trento, Maurizio Fugatti, il segretario Lega Trentino, Mirko Bisesti, e Giuliano Vettorato per Lega Alto Adige. "Si tratta di una linea concordata", spiega il segretario, Mirko Bisesti.
"Lo strumento per procedere in questa direzione sarà una norma di legge 'ad hoc', da portare in discussione nei due consigli provinciali. Un rinforzo legislativo che permetterà alle due Province di anticipare, fermo restando le prescrizioni sanitarie, sul tema non solo delle riaperture di determinate attività economiche, ma anche dei servizi alle famiglie", si legge in una nota della Lega del Trentino.
"Siamo in linea con Bolzano, la volontà è quella di far capire al governo che certe misure sono eccessivamente restrittive. Pur avendo a cuore la tutela della salute ed il contenimento del contagio. Però dire che un'attività aprirà tra un mese non è facilmente accettabile". Così il presidente della Provincia autonoma di Trento, Maurizio Fugatti, sulla richiesta di maggiore autonomia. Il governatore del Trentino conferma la volontà di utilizzare una norma ad hoc da discutere in Consiglio provinciale in modo da anticipare i tempi della riapertura delle attività economiche e dei servizi rispetto a quanto previsto a livello nazionale.
Ma il ministro agli Affari regionali, Francesco Boccia, ha ammonito: «Tutti vorremmo ripartire, ma la vita che abbiamo davanti non è quella che avevamo a gennaio.
Quella vita lì tornerà quando ci sarà il vaccino. Abbiamo di fronte una nuova normalità che deve essere fatta di rigore, disciplina e rispetto per la saluta e la vita. La ripartenza economica ci può essere a certe condizioni».
«Più i contagi andranno giù, più si potrà aprire, - ha spiegato - più andranno in su, più scatteranno le restrizioni».
«Dobbiamo avere un pò di pazienza in più, sapendo che stiamo mettendo in sicurezza il paese. Poi ci sarà un momento, dopo il 18 maggio, in cui conteranno le differenza territoriali». Lo ha detto il ministro per gli Affari Regionali Francesco Boccia in merito all’annuncio del governatore altoatesino Arno Kompatscher di stabilire la fase 2 con un’apposita legge provinciale. «A cosa serve una legge contro la pazienza? Occupiamoci di tenere alto il numero delle terapie intensive, che Bolzano l’abbia rallentato non va bene», ha aggiunto Boccia.
«Il governo ha sempre agito nel rispetto rigoroso della costituzione e dello statuto della Provincia autonoma di Bolzano. Evitiamo, in un momento così difficile e drammatico per i nostri territori e per il nostro paese, di fare strumentalizzazioni politiche. Lo dobbiamo a chi non c’è più. A Bolzano non ci sono più 272 persone. Non si tratta di un numero, ma sono storie di vita familiare. Penso che meritino rispetto». Lo ha detto all’ANSA il ministro per gli Affari Regionali Francesco Boccia alla rivendicazione di Bolzano di più autonomia sulla fase 2..
«Anche in Basilicata, Sicilia e in Sardegna hanno zero contagi, eppure non si sta lamentando nessuno. Perché ci si sta tenendo per mano sapendo che ne usciamo se rafforziamo il sistema sanitario territoriale italiano che è diverso in 21 territori».
«Se si vuol parlare di autonomia in queste condizioni, lo accetto», ha ribadito Boccia. «Sto andando in giro, non faccio il ministro seduto alla scrivania. Ho visitato otto Regioni e presto verrò in Trentino. Tutto quello di cui Bolzano ha bisogno lo chieda e arriverà in tempo reale, come il presidente Kompatscher sa. Francamente eviterei discussioni politiche in questo momento volentieri», ha aggiunto il ministro.
«Ma se si entra nel merito allora bisogna essere chiari fino in fondo. Per queste ragioni nelle prossime ore metterò su carta tutte le scelte fatte in linea con la costituzione e con lo statuto autonomo che rispettiamo e difendiamo. Ma vorrei rispetto anche per tutto quello che lo Stato ha fatto e continuerà a fare», così il ministro.
Il ministro Boccia ha annunciato che domani ci sarà una videoconferenza con i presidenti di tutte le regioni, «perché ho il dovere di mettere su carta le fughe in avanti, così i cittadini sapranno». «Dopo il 18 maggio, quando verrà questo Dpcm, sicuramente si inizierà a camminare con le proprie gambe, rispettando sempre e comunque lo statuto d’autonomia. È stato rispettato e sarà sempre rispettato», ha ribadito Boccia.
Il ministro ha sottolineato che «la Provincia autonoma di Bolzano, quando è partita nella fase della pre emergenza aveva 37 posti in terapia intensiva strutturali, poi è arrivata al picco con 187 il 13 aprile e abbiamo tirato un sospiro di sollievo, ma ora è riscesa a 86. E non va bene, se dovesse risalire il picco. Aver rallentato i posti in terapia intensiva non va bene». «Di questo dobbiamo parlare, fare un’alleanza forte, senza distinzioni politiche, senza destra e sinistra oppure Svp. I posti in terapia intensiva, sub intensiva e nei reparti Covid devono sempre essere pronti in qualsiasi momento, anche se non ci va nessuno», ha detto Boccia.
Secondo il ministro, «bisogna chiedersi se ognuno di noi ha fatto tutto quello che era nelle proprie possibilità. Questo vale per tutti i rappresentanti istituzionali. Ma non consento a nessuno speculazioni politiche. Dalla mattina alla sera ci sono persone che lavorano per ogni singolo territorio. La Provincia autonoma di Bolzano ha il nostro massimo sostegno. Abbiamo trasmesso in queste settimane di crisi oltre 1,8 milioni di mascherine chirurgiche, oltre 600.000 mascherine Ffp2 e Ffp3, 25 ventilatori polmonari. 20.000 tamponi. 350.000 calzari e quasi 3.000 tute di protezione. Questo ha fatto lo Stato con grande senso del dovere e si è messo a disposizione della Provincia autonoma di Bolzano. Alla Regione Trentino Alto Adige sono stati trasferiti 36 infermieri e 10 medici e la settimana prossima arriveranno 20 Os da altre regioni per le carceri. Tutto quello che lo Stato ha fatto lo ha fatto in totale condivisione con la Provincia autonoma di Bolzano con un unico obbiettivo: ridurre i contagi e limitare al massimo il numero dei decessi».