Biglietti d’auguri e dirigenti La Corte dei Conti contesta le spese della Lega
I biglietti natalizi e una qualifica di “quadro” al dipendente fanno scattare il cartellino rosso nei confronti del Gruppo consigliare della Regione “Lega Salvini Trentini”: la sezione di controllo della Corte di conti ha infatti “bocciato” il rendiconto riferito al periodo tra il 21 novembre 2018 e il 31 dicembre 2019.
Due sono le spese ritenute non legittime e, dunque, da restituire: 635,61 euro spesi per 1340 stampe digitali e altrettante buste commerciali e i 4.515,58 euro corrisposti a Stefano Cerioli per la qualifica di “quadro”, dunque con un maggiore onere rispetto ad un impiegato di 1° livello.
La Sezione di controllo (presidente Anna Maria Rita Lentini) a febbraio aveva avanzato dei rilievi rispetto alle spese autorizzate dal presidente del Gruppo. Il primo riguardava i 635,61 euro inseriti nel capitolo di spesa “stampa di materiale promozionale”. Una somma relativa all’acquisto dei biglietti di auguri per il 2020 con la stampa della foto di tutti i componenti del Gruppo consigliare regionale. Una spesa sostenuta per “diffondere e rafforzare la conoscenza del Gruppo regionale verso l’esterno”, ha chiarito il presidente. Ma per il collegio non si tratta di una spesa legittima, perché non rientra nemmeno tra quelle di “promozione istituzionale dell’attività del gruppo consiliare e dei singoli consilieri” né come spesa di rappresentanza. «I biglietti - evidenzia il collegio - non riportano alcunché rispetto all’attività istituzionale prodotta dall’organo consigliare, ma si limitano a presentare una fotografia di insieme di tutti i componenti con il messaggio “I migliori auguri di un felice 2020 da tutti noi”».
Per questo - concludono - rappresentano solo una «inammissibile forma di promozione dell’immagine personale dei consiglieri e del partito a spese della Regione». La seconda spesa contestata si riferisce invece al contratto di lavoro a tempo indeterminato con inquadramento nella qualifica di “quadro” di Cerioli. A fronte dei rilievi mossi il capogruppo ha spiegato che si tratta di «un soggetto di comprovata fiducia e affidabilità al quale da tempo sono stati conferiti incarichi delicati e riservati nella gestione delle attività politiche istituzionali». Un profilo che avrebbe reso “indispensabile” l’inquadramento della sua figura a “quadro”.
Di parere diverso, però, è il collegio: «La nota del presidente del gruppo ha confermato che il dipendente svolge funzioni di studio e ricerca a supporto dell’attività dei consiglieri, si occupa delle attività di segreteria e amministrative del Gruppo. È di macroscopica evidenza che le mansioni concretamente svolte - si legge - sono prive delle caratteristiche proprie dei compiti del quadro».
In particolare mancherebbe quel potere decisionale tipico di questa figura. Per questo le maggiori somme conferite (4.515,85 euro) per la Corte dei conti sono state erogate illegittimamente (la somma è stata calcolato prendendo la differenza tra un quadro e un dipendente di 1° livello, a cui si potrebbero ricondurre per la Corte le mansioni svolte da Cerioli).
In conclusione, dunque, la sezione ha accertato la “non regolarità” del rendiconto in relazione a queste due spese.