Fugatti invita i trentini a fare le vacanze in provincia
Il presidente Maurizio Fugatti si è preso qualche ora con la famiglia, ma decide di rispondere ad alcune domande in vista della riapertura del 3 giugno in tutte le regioni. Dice che le mascherine dovremo tenerle ancora qualche giorno (l'ordinanza firmata ieri dice fino al 14 giugno) e che questa estate i trentini potrebbero anche restare in provincia a fare le vacanze.
Intanto, quello che gli preme è che oggi venga firmato il protocollo sulle scuole materne: lunedì 8 si riapre, dice. E risponde a cuore aperto anche sui suoi sentimenti, ammettendo che se ripensa a quando arrivò la prima ondata di morti «mi tremano le gambe».
Presidente, allora il 3 si riapre a tutte le regioni?
Mi pare che il governo stia andando verso una riapertura di tutti territori. Serve una stabilizzazione dei dati, abbiamo numeri che ci confortano.
Insomma, lei è moderatamente fiducioso?
Sì. Chi di competenza avrà fatto le giuste valutazioni. Se i numeri di qualche regione fossero critici gli enti competenti potrebbero fermare la riapertura. D’altronde possiamo tutti essere sani, ma non possiamo essere tutti disoccupati. Il rischio “0" non c’è, allora dobbiamo prenderci rischi e responsabilità.
Quindi ci prenderemo i lombardi con la seconda casa in Trentino?
I numeri non ci dicono che ci sono rischi.
Certo, guardando l’Emilia, la Lombardia, ci sono numeri che possono allarmare.
Dico che bisognerebbe tenere conto di chi fa più tamponi. Noi siamo tra i primi in Italia.
Si apre la stagione turistica. Rischia di essere drammatica.
E questo mentre la Grecia ha messo nel mirino le zone a rischio di Lombardia e Veneto.
Quello della Grecia è un problema serio, perché anche i trentini saranno assimilati ai lombardi e ai veneti, visto che prendono l’aereo da MIlano, Bergamo o Verona e Venezia. Ma vorrà dire che per questo giro i trentini possono anche fare le vacanze qui, abbiamo tanti laghi e montagne.
Poi bisogna che il Paese rifletta su come reagire visti i comportamenti di Austria e Grecia.
Ma economicamente vi aspettate numeri terribili?
In questi giorni sto girando i locali pubblici. Il calo c’è. Ma bisogna tenere conto della titubanza psicologica che c’è nella testa dei trentini.
È chiaro che se tornano a chiudere regioni vicino a noi, a fronte di situazioni di ripresa del contagio sarà difficile ricominciare.
Ma le sembra che la risposta della gente sia positiva, almeno in Trentino?
Io credo che sia cambiato anche il senso di responsabilità della gente. Al netto della movida il grosso della popolazione è responsabile. È l’approccio che dobbiamo avere pro futuro, se torna il Covid.
Scuole, nidi e materne. L’8 riaprite?
Qualche responsabile di asilo nido frena perché teme per la sua responsabilità. Rispondo che se c’è una ordinanza del presidente della Provincia sarà sollevato da questa responsabilità. Ma il rischio di una infezione c’è l’8 giugno come il 15 settembre, però dobbiamo affrontare il tema, perché ci sono famiglie che non sanno come fare con i figli. Detto questo dico che se il contagio torna a innalzarsi in modo serio chiudiamo tutto.
E la riapertura per gli studenti a settembre come si farà?
Dobbiamo lavorare da subito sul tema degli spazi e sugli insegnanti e come ho già detto ai sindaci dobbiamo usare le risorse provinciali con loro per gli spazi da allestire.
Lei è finito in mezzo a questo tsunami sanitario da massima carica provinciale. Pensa di avere affrontato al meglio la vicenda?
Si può sempre fare meglio, nessuno ha la presunzione di essere il primo della classe. Tirata una riga finito il contagio, facendo la conta dei più e dei meno, dico che prevarranno i più. Se riavvolgo il nastro a due mesi fa, mi tremano le gambe. Ricordo a fine marzo il momento in cui dall’azienda sanitaria mi diedero i numeri della prima ondata di morti. E mi dicono “stanno arrivando”. Dico che abbiamo agito con trasparenza. In questi giorni sto girando per i mercati - (oggi sarà a Cles) - e vedo che da parte della gente c’è la consapevolezza di questa situazione straordinaria.
C’è stato un momento in cui si è sentito solo o che non ce la poteva fare?
Qualche momento di sconforto c’è stato, ma solo no. Quando eravamo all’inizio un dirigente provinciale disse agli altri: “Ora bisogna stringersi attorno al presidente perché la situazione peggiorerà”. E dico che tutta la giunta e anche il Consiglio provinciale ha fatto sistema, al di là delle critiche.
Non era scontato che sul disegno di legge sulla ripartenza si votasse a così larga maggioranza. C’è stato senso di responsabilità. Poi certo ci sono stati momenti difficili, perché ho dovuto prendere decisioni di una importanza enorme e ho dovuto farlo in poche ore. Non è stato facile.
Le mascherine dovremo tenerle o no?
Ieri almeno dieci persone mi hanno detto “cavame la mascherina”! Però dico no, abbiate pazienza ancora un po’. Evitiamo rischi.
Anche la chiusura domenicale dei negozi è un tema...
So che è molto sentito. Ero a pranzo al ristorante ad Avio e qualcuno mi ha detto: “andrò ad Affi”. Ma anche no! Aspettate lunedì e comperate in Trentino.
La app «Immuni». Non c’è molto entusiasmo da parte vostra...
Vediamo che cosa fa il governo. Se lo faranno tutti lo faremo anche noi.
Zaia può mettere in discussione Salvini?
Quando la Lega riesce a dimostrare che i suoi governatori fanno bene è un valore aggiunto, ma la linea è quella del segretario Matteo Salvini.