Telefono Azzurro, con il lockdown aumentano le richieste di aiuto di bambini e ragazzi che tentano il suicidio
ROMA - Il 30,5% degli utenti delle linee di ascolto e consulenza di Telefono Azzurro che riporta problematiche relative all’area internet riferisce anche sofferenze legate all’area della salute mentale: in particolare questi utenti riferiscono di aver provato atti autolesivi (13%), tentativi di suicidio (5%) e di ideazione suicidaria (13%). In breve, nel 31% dei casi, criticità legate all’online corrispondono a gravi malesseri con sfoghi aggressivi. Lo indica l’associazione che domani e dopodomani, in occasione del Safer Internet Day, giornata internazionale di sensibilizzazione per l’utilizzo sicuro di internet, organizza una rassegna di incontri virtuali per promuovere iniziative a favore della tutela dei minori online.
«La situazione - osserva Ernesto Caffo, presidente di Telefono Azzurro - è grave e bisogna intervenire subito.
L’utilizzo crescente della tecnologia, cui la pandemia ha costretto i minori in questi mesi, ha purtroppo contribuito a una forte crescita degli abusi online e in generali di pericoli digitali. Perciò Telefono Azzurro è in prima linea per portare al centro del dibattito i rischi che la rete presenta ai più giovani».
«Oggi - ha ricordato la ministra dell’Istruzione, Lucia Azzolina, in un post - è la Giornata nazionale contro il bullismo e il cyberbullismo. Fenomeni che non accennano a diminuire. Come adulti non possiamo voltarci dall’altra parte.
Dobbiamo essere al fianco dei ragazzi, guidarli, non lasciarli soli. Dobbiamo educarli a riconoscere i segnali, a non sottovalutarli, far capire loro, con chiarezza, che bullismo e cyberbullismo sono forme di violenza, non bravate, anche quando le aggressioni avvengono in Rete. Anzi, sul web certi fenomeni moltiplicano i loro effetti, ottenendo una visibilità maggiore, con conseguenze spesso devastanti per le vittime».
Roberto Pella, vicepresidente vicario dell’Anci, ha sottolineato «l’importanza dell’educazione a un uso corretto del web, sia all’interno delle famiglie sia a scuola, e l’importanza di ascoltare le esigenze dei giovani. I dati pubblicati dall’Osservatorio Indifesa, relativi al 2020, sono, infatti, allarmanti e devono destare crescente impegno da parte delle istituzioni di ogni livello di governo. In questo senso, gli esiti delle audizioni fortemente volute e condotte con determinazione dalla Presidente della commissione parlamentare per l’Infanzia e l’Adolescenza, Senatrice Licia Ronzulli, sono documenti fondamentali che contribuiscono alla pianificazione di politiche pubbliche mirate, su cui tutte le forze politiche del Parlamento sono convergenti».
«Le risposte di 6.000 adolescenti, dai 13 ai 23 anni, rivelano che il 68% di loro dichiara di aver assistito ad episodi di bullismo, o cyberbullismo, mentre ne è vittima il 61%. Ragazzi e ragazze esprimono sofferenza per episodi di violenza psicologica subita da parte di coetanei (42,23%). Tra i partecipanti alla rilevazione 6 su 10 dichiarano di non sentirsi al sicuro online e, tra i rischi maggiori, sia i maschi che le femmine, pongono al primo posto il cyberbullismo (66,34%).
Pesanti le conseguenze del Covid-19 e delle misure di isolamento e distanziamento sociale: il 93% degli adolescenti ha affermato di sentirsi solo, con un aumento del 10% rispetto alla rilevazione precedente. Un aumento ancora più significativo se si pensa che la percentuale di chi ha indicato di provare solitudine »molto spesso« è passata dal 33% a un drammatico 48%».